Elisangela ha una voce allegra e soddisfatta quando ci parla della sua passione e della Valle di Rhemes
Ha il tono di chi ha trovato la quadra del cerchio nella vita, la chiave d’oro come la chiama lei: “vivo immersa in un paesaggio meraviglioso, in costante contatto con la natura che tanto amo, facendo quello che più mi piace al mondo – lavorare il latte e trasformarlo in prodotti caseari – con l’uomo che ho sposato”.
Letta tutto di un fiato sembra una favola.
Ma non lo è. O, meglio. Lo è ma Elisangela, la sua, di favola, se l’è conquistata e costruita passo dopo passo, sentiero dopo sentiero, come si fa in montagna per arrivare in vetta.
“Ho lasciato il Brasile per finalizzare la mia formazione in Italia, seguendo un progetto di ricerca dell’Università di Torino sulle razze autoctone valdostane”.
E già questo la dice lunga sulla passione e la convinzione che ha animato Elisangela che si è specializza anche in tecnologia lattiero-casearia e trasformazione del latte in Valle d’Aosta in particolare.
“Durante i miei studi ho incontrato Michel, agro-tecnico, che nel frattempo stava seguendo un percorso parallelo tra l’Italia e la Francia mosso dalla stessa mia passione e avendo comprato una mucca e due pecore nel 2007. Ci siamo incontrati ed è stato colpo di fulmine”.
Ma Elisangela deve tornare in Brasile perché, a studi finiti, le scade la licenza.
Michel lascia le sue montagne e i prati del Parco del Gran Paradiso e la raggiunge.
I due si sposano in Brasile ma il richiamo della montagna, della sua aria sottile e leggera, del verde, della neve e, soprattutto, dei progetti caseari, li riportano in Val di Rhêmes. Michel è di queste parti da generazioni, di Rhêmes Staint-George e Rhêmes-Notre-Dame. Gli uomini di montagna, si dice, non riescono a vivere lontano da esse…ed è vero.
Il richiamo di quelle Valli è forte e li, insieme, trasformano la loro passione in un’attività che “per ora certamente non ci fa arricchire ma che ci sta permettendo di reinvestire nel nostro sogno, realizzandolo passo dopo passo, anno dopo anno”.
Ore le mucche sono 8, 6 i vitelli e 5 le manze. “Le mie mucche hanno tutte un nome, le coccolo e loro coccolano me. Per loro stiamo costruendo una nuova stalla, più moderna, grazie ai fondi dei Giovani Agricoltori”.
Una realtà che si basa sui principi del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità: “usiamo il fotovoltaico e le energie rinnovabili, sprechiamo il meno possibile. Concimiamo tutti i nostri prati con il letame delle nostre mucche e adottiamo il principio della fienagione e del pascolamento rotativo, ogni 2 anni, in modo da non impoverire i prati e avere erba sempre fresca per gli animali”.
Un lavoro che non ha mai fine: “in primavera, quando sparisce la neve, puliamo tutti i nostri terreni a mano, togliendo rami secchi, pietre e anche l’immondizia lasciata da chi ha poco rispetto di questi luoghi e dell’ambiente in generale”.
Un lavoro durissimo, fatto su terreni impervi dove i mezzi non arrivano e dove arriva solo la mano e la passione dell’uomo.
Non è solo una favola, del resto, dicevamo…
Ed è in questo mondo a sé che viene prodotto da Elisangela e Michel l’ANTÉI che vuol dire formaggio stagionato in un dialetto antichissimo, della Valle di Rhemes, parlato da un ristretto gruppo di uomini di questi luoghi che, un tempo, di professione facevano gli spazzacamini Quando scendevano in bassa Valle e in Piemonte per lavorare, tra di loro usavano questo dialetto per non farsi capire dagli altri.
“Un nome antico per un formaggio dalla lunga tradizione, che una volta stagionavano nelle stalle mentre, oggi, ovviamente, usiamo una bellissima cantina le cui umidità e temperature cambiano a seconda delle stagioni. Non usiamo certamente alcun frigorifero. Nulla di artificiale, insomma”
Elisangela ma non ti manca il Brasile?
“No. Mai. Sono esattamente nel luogo in cui ho sempre sognato di essere, realizzando le mie passioni. Immersa nella natura, a contatto con il bello e producendo prodotti di qualità altissima, avendo cura di tutto e di tutti, dalla mucca al cliente finale. Si, sono felice”.
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