Divertimento, svago, confort e relax: questo è quello che da sempre cerchiamo in vacanza. E oggi sembra che per trascorrere una vacanza come si deve, i bambini debbano restare a casa. Già molto diffusa all’estero, la moda del turismo child free sta spopolando anche in Italia. Secondo i dati della ricerca condotta dall’Università Popolare delle Discipline Analogiche (UPDA), nel nostro Paese sono almeno 52 le strutture ad aver personalizzato i propri servizi per offrire il massimo del comfort a un pubblico di soli adulti. È il 6,5% rispetto alle strutture presenti in tutto il mondo, che sono almeno 800: “Ne abbiamo osservate ben 420 in Europa, 218 nelle Americhe, 69 perfino in Africa, 61 in Asia e 32 in Oceania”, osservano gli analisti dell’UPDA.
Eppure i viaggi in famiglia farebbero bene non solo ai bambini ma anche agli adulti. “Nelle vacanze condivise si creano memorie indelebili e si esce dal guscio in cui ogni giorno ci rifugiamo. È la famiglia stessa ad esporsi al cambiamento e a mettersi alla prova”, spiega lo psicologo Stefano Benemeglio.
Secondo gli analogisti dell’UPDA, viaggiare con i bambini serve inoltre a stimolare il “lateral thinking”, ovvero la capacità di pensare fuori dall’ordinario, improvvisare e affrontare imprevisti senza paure. “È un’occasione unica per esporsi all’insolito ed è così un momento pedagogico anche per gli adulti, nel senso che prepara a prendere decisioni e ad affrontare le sfide che la vita ci pone davanti”, conclude Benemeglio.
Nonostante una vacanza in famiglia possa portare tanti benefici, il turismo child free è ormai un fenomeno planetario. I pacchetti “no kids” della compagnia britannica Thomas Cook per le isole Canarie e Creta vanno a ruba, addirittura in overbooking. In Spagna diverse catene hanno adottato questa policy: i resort della catena di lusso Sandals accettano solo maggiorenni; gli hotel Iberostar ospitano unicamente clienti over 14; e perfino il Gruppo Piñero, una delle più importanti aziende del settore, si è adeguato al turismo child free nei suoi 27 stabilimenti “Bahia Principe Hotels & Resorts”, per un totale di 14.000 camere.
In Italia, il primo locale a vietare l’ingresso ai bambini sotto i 10 anni (solo dopo le ore 21) è stata la Pizzeria Sirani a Bagnolo Mellia (provincia di Brescia), che è ormai child free da ben 11 anni. Oggi le strutture off limits ai bambini sono diffuse in tutta la Penisola, e includono villaggi turistici, spiagge, SPA, ristoranti e resorts.
All’estero le strutture che adottano le “no kids policy” più rigide sono il Catalonia Royal Tulum Beach & Spa Resort in Messico, il Bucuti and Tara Beach Resort di Aruba, il Veraclub Negril in Giamaica, il KB Suites & Spa di Skiathos in Grecia.