Da agosto 2019 il fotografo naturalista Stefano Unterthiner, insieme alla moglie e ai due figli di 6 e 2 anni, vive a Longyearbyen (Svalbard), il centro urbano più a nord del mondo, per raccontare il cambiamento climatico non solo con dati scientifici ma anche attraverso la testimonianza diretta, umana. 

Qui Stefano ci racconta la sua coraggiosa avventura “Una famiglia nell’artico” e cosa sta succedendo nell’arcipelago delle Svalbard. 

Raccontaci com’è nato il progetto “Una famiglia nell’artico”. Cosa ti ha spinto a partire per quest’avventura oltre il Circolo Polare Artico?

Erano anni che sognavo di andare a vivere per un anno alle Svalbard; così sul finire del 2018, insieme a mia moglie Stéphanie e ai nostri due bambini, Rémi e Bahia, siamo partiti per due mesi con l’obiettivo di preparare il progetto. Durante quel primo viaggio intuii che la nostra grande avventura famigliare avrebbe avuto un grande eco mediatico, che avremmo potuto ‘utilizzarla’ per contribuire a comunicare il cambiamento climatico. Nacque così l’idea alla base del progetto ‘Una famiglia nell’artico’. Oggi, dopo circa cinque mesi, il progetto è decollato e i risultati ottenuti sin qui sono davvero incoraggianti: abbiamo parlato di cambiamento climatico in oltre 25 servizi televisivi, in numerose interviste su radio, e articoli per quotidiani e riviste. E siamo solo all’inizio…

Com’è vivere in un posto tanto remoto? Come si sta adattando la tua famiglia?

A Longyearbyen, il piccolo centro abitato dove viviamo, c’è tutto quello che serve ed è stato facile adattarsi. I bambini, soprattutto, hanno trovato tanti coetanei e frequentano con entusiasmo la scuola e l’asilo. L’assenza di luce, durante la lunga notte artica (così come anche la presenza di luce ventiquattr’ore su ventiquattro in l’estate), è invece qualcosa a cui non è molto facile abituarsi. Ciò che rende unico e straordinario questo luogo, però, è quello che c’è intorno alla cittadina: un’immensa wilderness ancora praticamente intatta.

L’arcipelago della Svalbard è una delle zone che si sta riscaldando più velocemente. Quanto sono visibili i cambiamenti climatici? Quali sono i fenomeni più interessanti e preoccupanti che avete registrato in questi mesi?

Non sono solo le Svalbard, ma in generale è tutto l’Artico a riscaldarsi più rapidamente del resto del pianeta. Le Svalbard sono quelle in cui il fenomeno è maggiormente studiato e monitorato, sono un vero e proprio laboratorio a cielo aperto. Il fenomeno alla base del maggiore aumento di temperatura in queste latitudini è chiamato ‘amplificazione artica’, ed è causato principalmente dalla scomparsa del ghiaccio marino. Un esempio lo abbiamo di fronte alla nostra nuova casa: il fiordo di Longyearbyen si ghiacciava sempre durante l’inverno, da circa dieci anni questo non accade più. La scomparsa del ghiaccio marino non è però un fenomeno che interessa solo l’Artico, gli effetti di quanto sta accadendo qui influenzeranno il clima di tutto il resto del mondo.

Ti sei mai chiesto se ormai “è troppo tardi” per salvare il pianeta? 

In realtà in gioco non c’è il pianeta, ma la sopravvivenza dell’umanità. La Terra ha subito incredibili trasformazioni nella sua lunga vita e non sarà il cambiamento climatico causato dall’uomo a decretarne la fine. La natura è capace di rigenerarsi, l’evoluzione continuerà a creare, a generare nuove specie. È la nostra società, così come la conosciamo oggi, che rischia di scomparire se non sapremo rapidamente mitigare gli effetti del cambiamento climatico, se non riusciremo a trovare il modo di adattarci. Non so se sia ormai troppo tardi, ma i segnali d’indifferenza e superficialità da parte di chi dovrebbe invertire la rotta (la politica internazionale) non mi fanno ben sperare.

Potremmo definire “Una famiglia nell’artico” un diario del cambiamento climatico. Come pensate di smuovere le coscienze con le vostre immagini e i vostri racconti? 

Più che un diario, “Una famiglia nell’artico” è un progetto aperto, dinamico e in continua evoluzione che ha come obiettivo quello di fare comunicazione. Non so ancora come si evolverà, molto dipenderà anche dai fondi che riusciremo a raccogliere. Abbiamo tante idee su come ampliare e diffondere il nostro messaggio ma abbiamo bisogno di un sostegno economico per riuscire a realizzarle. 

Potete sostenere e seguire il progetto “Una famiglia nell’artico” alla pagina www.stefanounterthiner.com/una-famiglia-nellartico.