L’altopiano della Giara è un’isola nell’isola che si manifesta col silenzio immobile di luoghi e spazi dell’anima, lungo sentieri che ritornano indietro di millenni, nelle mani di uomini e donne che vivono l’essenza di una Sardegna ignorata dai grandi flussi turistici, ricercata da chi viaggia “dentro” il territorio.

Di E. Caracciolo

Sardegna, Marmilla: Altopiano della Giara, Pauli Maiori.

ITINERARIO (in bici)

  • Punto di partenza e arrivo: Tuili
  • Lunghezza: 33 km
  • Dislivello: 540 metri circa
  • Tipo di strada: asfalto (22 km), sterrato (12 km)
  • Note: Itinerario di grande interesse paesaggistico, naturalistico e storico-archeologico che penetra nel cuore dell’altopiano della Giara. Da non perdere una sosta a Barumini con l’area archeologica di Su Nuraxi. I borghi di Tuili e Gesturi meritano una visita. Si consiglia una E-BIKE oppure una bici da turismo con tripla moltiplica e copertoncini adatti a percorsi sterrati; in alternativa può andare bene una MTB. Il tratto più impegnativo sono i 4,3 km di salita che da Gesturi conducono sulla sommità dell’altopiano.

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HIGHLIGHTS

Magico altopiano

La Giara è un altopiano di origine vulcanica. La lava esplosa circa due milioni e mezzo di anni or sono solidificandosi divenne un durissimo blocco di basalto resistente all’erosione degli elementi atmosferici.

La cornice di terra calcarea è stata invece spazzata via e ora Sa Jara rimane un grande altopiano di oltre 4500 ettari, lungo 12 km e largo 4 km, che si eleva fino a 600 metri sul livello del mare interessando i comuni di Tuili, Setzu, Genoni e Gesturi; è caratterizzato da un ambiente integro dove la presenza dell’uomo, fin dall’epoca nuragica, non ha mutato il suo aspetto originario.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Altopiano della Giara: quercia da sughero piegata dal vento (maestrale) nei pressi di Pauli Piccia.

Ovunque si allungano orizzontalmente gli alberi bandiera, le querce da sughero che non riescono a crescere verso l’alto perché quassù il maestrale non vuole ostacoli e deve essere libero, proprio come i cavallini dagli occhi a mandorla, dalla piccola stazza (1 metro e 20 al garrese) e dalla folta criniera che popolano l’altopiano.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Altopiano della Giara: quercia da sughero piegata dal vento (maestrale) nei pressi di Pauli Piccia.
  • Info e prenotazioni escursioni: Centro visite Parco della Giara, tel. 070.9364277, www.parcodellagiara.it: Roberto Sanna, guida GAE conosce benissimo l’ambiente e i sentieri dell’altopiano ed è il punto di riferimento più autorevole per escursioni guidate.

Gli ultimi cavalli selvaggi

Sono i quaddeddus gli ultimi cavalli selvaggi del nostro continente, simbolo di questa terra a metà strada tra terra e cielo, vivono allo stato brado, nell’indipendenza più assoluta. Le tracce dell’uomo sono solo piccoli sentieri, muretti a secco e antiche capanne su masoni.

Sardegna- Marmilla, Altopiano della Giara, Cavallini della Giara.

Il territorio è caratterizzato da grandi depressioni che in inverno e primavera appaiono come grandi laghi, i pauli che costituiscono un importante riserva d’acqua per animali e specie vegetali.

Oltre ai cavallini l’altopiano è popolato da cinghiali, volpi, martore mentre lo “spazio aereo” è la patria di gheppi, poiane, civette e uccelli acquatici come aironi e cicogne.

Altopiano della Giara: cavallino si disseta.
Altopiano della Giara, Cavallini della Giara.

Nel segno dello zafferano

L’oro rosso che impreziosisce le campagne di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca è lo zafferano.

ITALIA, SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Turri: azienda agricola Itria, Zafferano di Sardegna.

La pregiata spezia, utilizzata già dai romani come tintura e in questa zona forse introdotta nel 1300 dai monaci basiliani, ha molteplici proprietà: digestive, stimolanti, analgesiche ma soprattutto conferisce un inconfondibile aroma a tante pietanze.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Turri: fiori di zafferano.

Infatti ne viene fatto grande uso nei primi piatti (ottimi i ravioli ripieni di ricotta, scorze di limone grattugiato e appunto zafferano), nei secondi come con la carne di agnello e nei dolci con le imperdibili pardulas.

Indirizzi utili:

  • Associazione “Santu ‘Engiu – Su Tzaffaranu” (Presidio Slow Food), Via Santa Croce 52, San Gavino Monreale; tel. 070.933730, 340.4175387.
  • Azienda agricola “Itria” (zafferano), via Berlinguer 3, Turri; tel. 0783.95101, www.zafferanoitria.it.

Prodotti tipici sardi

A Tuili la famiglia Usai racconta profumi e sapori di Sardegna selezionando I migliori prodotti locali che si possono acquistare nella bottega oppure on-line. Bottarga, dolci sardi, formaggi, miele e confetture, olio e olive, pane, pasta e farine, salumi, prodotti sott’olio e crème di verdure; spezie, legume e frutta secca; vino, liquiri, tisane e birre artigianali.

INFORMAZIONI UTILI  

Informazioni e prenotazioni escursioni

Info e prenotazioni escursioni: Centro visite Parco della Giara, tel. 070.9364277, 348.29249883, www.parcodellagiara.it: Roberto Sanna, guida GAE conosce benissimo l’ambiente e i sentieri dell’altopiano ed è il punto di riferimento più autorevole per escursioni guidate.

Dove dormire

  • B&B Su Strintu, via Sa Giara 1, Tuili; tel. 347.0429291.
  • Agriturismo “Il borgo dell’Arcangelo”, via Amsicora 10, Tuili; tel. 347.5084887, www.ilborgodellarcangelo.com.
  • B&B Il Giardino da Pina, via A. Moro, Tuili; tel. 348.7559554 Agriturismo “Su Massaiu”, SP 46 Km 12,300, Turri; tel. 0783.95339, www.agriturismosumassaiu.it.

Dove mangiare

NOTE DI VIAGGIO

Arrivano da ovest, volano senza ostacoli rincorrendosi tra lo spazio e la luce, attraversano il mare e si smorzano tra le dune di Piscinas.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Altopiano della Giara: quercia da sughero.

Spargono nell’aria granelli di sabbia, si tagliano sulla cresta rocciosa dell’Arcuentu, si distendono sui graniti rosa del Linas, s’inebriano di profumi e danzano sulle onde di grano del Campidano, ruotano sulle colline della Marmilla, sibilano tra le pietre dei castelli di Las Plassas e Monreale, rompono il silenzio millenario di massi megalitici, corrono ancora veloci sul tavolato vulcanico di Sa Jara dove curvano per sempre i tronchi di antiche querce da sughero e galoppano con i cavallini che vivono liberi.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Altopiano della Giara: querce da sughero.

Sono i venti occidentali, libeccio e maestrale che, tutto d’un fiato, compiono un viaggio intenso e leggero in questo lembo di Sardegna dove si respira il Mediterraneo, la luce arriva da ovest, i sensi sono protesi verso sud, la memoria precipita in un sogno lungo cinquemila anni.

Volano, si rincorrono, danzano, galoppano ma a un certo punto, improvvisamente, cala il silenzio, tutto si ferma.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Las Plassas: la collina e i ruderi del castello al tramonto.

L’ora del crepuscolo è un’esperienza tutta da vivere sulle dune di Piscinas o sulla Giara.

Le onde si fermano, gli uccelli sono muti. Tutto è immobile come in una fotografia ma racconta il movimento: dalle dune alle sughere, tutto appare “fermato” come un ballerino sospeso per aria.

I viaggi dei venti sono le tracce che possono ispirare una rotta nel Medio Campidano dove strade e sentieri, pietre e alberi, mani e cuori disegnano una Sardegna distante ere geologiche dall’isola che affolla l’immaginario dei vacanzieri estivi, migranti verso luoghi che vivono un mese all’anno.

Questo lembo dell’isola è la meta ideale per chi è alla ricerca di vivere un viaggio sentimentale.

Vedere non basta in questa terra che coinvolge naturalmente tutti i sensi e va a toccare i lati emozionali legati al viaggio.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Altopiano della Giara: “pinnetta”, tradizionale ricovero di pastori.
SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Altopiano della Giara: Pauli Majori, cavallino della Giara.

È così che il sogno di muoversi insieme ai venti diventa la proiezione di un’esperienza possibile. Il volo è solo una metafora; in realtà ci si muove lentamente, a piedi, in bici, a cavallo.

Anche in auto o in moto si può fare ma sarà immediata la sensazione di andare troppo veloce, di perdere qualcosa di importante.

L’altopiano della Giara è un luogo di atmosfere irripetibili. Nel cuore di Sa Jara si vive in una sorta di magica sospensione: le strade, i paesi, gli uomini sono laggiù e non si vedono; sull’antico vulcano sembra di vivere a metà strada tra terra e cielo, l’orizzonte non finisce mai e si ha l’impressione che Sa Jara  potrebbe essere grande come un altopiano africano.

Quassù il Mediterraneo assume le sembianze dell’Africa perché i ritmi del tempo sono segnati da albe e tramonti, l’uomo è un ospite e le capanne di pastori sono una delle poche tracce.

La vita e il movimento seguono lo spirito libero degli ultimi cavallini selvatici del nostro continente, l’acqua è impermanente come testimoniano i paulis, grandi laghi in primavera, spazi vuoti in epoca di siccità.

L’acqua è fonte di vita e uno degli spettacoli più belli cui si può assistere sono le fioriture primaverili di ranuncoli, narcisi e orchidee selvatiche.

Dagli spazi infiniti alle mani dell’uomo

E se il Medio Campidano si distende tra luoghi “estremi” il suo centro non è una località e potrebbe essere raffigurato con le mani dell’uomo.

La ricchezza di questa terra infatti è tutta nel cuore e nelle mani della sua gente capace di creare, trasformare, forgiare, produrre.

La tipicità, parola addirittura abusata altrove per motivi di marketing, qui è espressione quotidiana, un modus vivendi che ha radici antichissime.

Solo così si comprende facilmente come alcuni laboratori di ceramica custodiscano 5.000 anni di storia. Roberta Cabiddu, ceramista di Villanovaforru, lavora con tecniche nuragiche  e considera il tornio uno strumento futuristico.

Grazie alle mani laboriose di uomini e donne del Medio Campidano tra le produzioni che si identificano in questo territorio c’è l’”oro rosso” di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca, il triangolo dello zafferano.

I tepori autunnali creano le condizioni ideali per la fioritura verso fine ottobre e inizio novembre. 

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Turri: raccolta dello zafferano.

Uomini e donne ricurvi per ore raccolgono centinaia di fiori per qualche grammo della preziosa spezia.

Dopo la raccolta, sempre manualmente, avviene la separazione degli stimmi (tre per ogni fiore) e la successiva essiccazione. Centotrenta fiori e trecentonovanta stimmi servono per un grammo di zafferano.

Ciò significa che per un chilo di “oro rosso” servono centotrentamila fiori.

Il valore? circa cinque euro al grammo che significa cinquemila euro al chilo!

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Tuili: fiori e stimmi di zafferano.

Nonostante la scarsità di precipitazioni la ricchezza di questa terra era nota già a Fenici e Romani. Non a caso il Medio Campidano divenne uno dei granai privilegiati di Roma.

Niente come il pane costituisce la ritualità, racconta la quotidianità, e trasmette il calore di tradizioni familiari. Oltre al classico civraxiu con il coccoi il pane campidanese diventa una scultura e trasforma in arte l’alimento più semplice e basilare della tavola.

Dagli spazi orizzontali alla verticalità

Il viaggio nel Medio Campidano finisce nella verticalità. I grandi spazi orizzontali della costa, delle colline e degli altipiani sprofondano nel tempo quando si scivola nel silenzio e nelle ombre di costruzioni nuragiche.

È li che batte forte il cuore antico di questa terra.

È li che la mente umana dell’era tecnologica produce interrogativi senza troppe risposte. Negli spazi delimitati da pietre megalitiche si dilatano misteri e iniziano viaggi interiori a cavallo dell’immaginazione alla ricerca di segreti e tesori.

Tutto ciò si avverte sulla pelle varcando l’apertura di una delle varie domus de janas del territorio, grotte scavate nella roccia per il riposo eterno dei defunti: in un passo un salto di 5.000 anni indietro.

Anche i nomi di nuraghi, tombe dei giganti e domus de janas evocano le tappe di un viaggio misterioso e arcaico: Genna Prunas, Cort’e’ Semmuccu, Sa Domu ‘e s’Orku, Sa Cuaddu de Nixias, Bruncu Màdugui, Genna Maria, Nuraxi ‘e Cresia, Su Nuraxi. Proprio quest’ultima, Su Nuraxi, è una tappa imperdibile del nostro viaggio.

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Barumini: “Su Nuraxi” (il nuraghe al tramonto).

Si trova a Barumini e costituisce il più importante dei possedimenti nuragici, abitato per circa 1200 anni tra il 1.450 a.C. e il 300 a.C. e riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Senza più una rotta stabilita questa Sardegna regala la sensazione  di essere nomadi nell’essenza del viaggio.

In una continua alternanza tra movimento e immobili silenzi, sconfinati spazi orizzontali e profondità verticali dove la presenza dell’uomo è impercettibile si scopre una terra umanissima che ispira fiducia.

L’ITINERARIO

Si esce dal centro di Tuili in direzione di Barumini lungo una strada vallonata che attraversa le ampie e solari campagne della Marmilla.

Dopo 4 km si raggiunge la zona archeologica dove, sulla destra, è ben visibile il “Su Nuraxi”, il nuraghe più importante della Sardegna. Dopo poche centinaia di metri si arriva nel centro di Barumini.

Al primo evidente incrocio si piega a sinistra seguendo le indicazioni per Gesturi (4,5 km). La strada sale verso il paese situato ai piedi del grande altopiano e dopo 4 km entra nel centro abitato (8,5 km).

SARDEGNA, MEDIO CAMPIDANO, Altopiano della Giara: Pauli Majori, cavallino della Giara.

Percorso un altro chilometro, in uscita dal paese, si imbocca sulla sinistra la strada che inizia ad arrampicarsi verso La Giara seguendo le indicazioni specifiche. Dopo aver percorso circa 900 metri si incontra un evidente bivio: la strada a sinistra, in ripida salita, va a compiere un anello intorno all’abitato di Gesturi, mentre l’itinerario prosegue dritto, in salita verso l’altopiano.

Dopo 2 km di costante salita (12,5 km) si raggiunge il punto informazioni della Giara dove si può consultare materiale informativo approfondito sulla zona.

Si oltrepassa la sbarra e, dopo poco meno di 1,5 km, termina la salita su asfalto e inizia la strada sterrata (13,9 km) che conduce nel cuore dell’altopiano.

Raggiunto l’ampio piazzale-parcheggio si imbocca la strada sulla destra che, oltrepassando un cancello, inizia il percorso attraverso La Giara.

Si  segue lo stradone principale evitando dopo 200 metri la deviazione sulla sinistra e transitando sotto i cavi dell’alta tensione. Dopo circa 3 km si incontra un evidente incrocio a T contornato da querce da sughero in località Serra Argiolas (17,1 km, 587 metri s.l.m.): qui si tiene la destra proseguendo alla volta di Setzu.

Successivamente si mantiene il tracciato principale evitando le possibili deviazioni sulla destra. Si lambisce la sorgente di S’Ale Mengiano, una capanna su masoni e, percorsi circa 3 km da Serra Argiolas, il percorso oltrepassa un muretto in pietra proseguendo su sterrato, passando vicino a ben conservate pinnettas (capanne di pastori) fino all’inizio dell’asfalto (23,3 km).

Qui la strada piega a sinistra e, oltrepassato un cancello, comincia la bella discesa verso la pianura di Setzu e Genuri. Dopo esattamente 1,7 km, in corrispondenza di un ampio ed evidente tornante a sinistra si consiglia una sosta per andare a vedere la vicina (sulla destra) domus de janas “Sa domu de s’Orcu” (25 km).

Si tratta di un bellissimo esempio di domus de janas, grotticelle funebri artificiali scavate nella roccia che vanno dal periodo neolitico al periodo nuragico.

La strada prosegue in discesa per 500 metri fino ad un altro evidente tornante che piega a sinistra: qui, non segnalata, sulla destra parte una strada sterrata (questo punto richiede attenzione perché il bivio non è facilmente visibile) che aggirando le falde dell’altopiano, prima in saliscendi, poi in discesa raggiunge il borgo di Genuri.

Dopo 2 km la strada si immette in un’altra sterrata proveniente dalla Giara proseguendo ancora in discesa sulla sinistra.

Dopo 1,4 km si torna su asfalto proseguendo verso la chiesa e il nuraghe di San Marco che annunciano, tra ulivi secolari, l’ingresso nella zona abitata di Genuri (29 km).

Da qui si procede su un piacevole percorso fino alla vicina  Setzu dove, senza alcuna difficoltà, si prosegue alla volta di Tuili (34 km), base di partenza e arrivo dell’itinerario.