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Profumi di Osimo

Nel corso di Osimo sento ancora il profumo di schiaccia al rosmarino …

… che scandiva le mie mattinate scolastiche, dalla terza alla quinta elementare, alla scuola Bruno da Osimo.

“Bimbetto come la voi? Rossa o al rosmarino?”

La seconda era qualcosa di leggendario: profumata, fragrante e saporita. Poche lire e un incarto al volo!

Oggi il forno non c’è più ma quel luogo tra Palazzo Campana e Palazzo Gallo custodisce un pezzo della mia infanzia. Come il tombino davanti al portone della scuola dove, in un giorno di grande ispirazione, con Carlo il mio amico di sempre, ho buttato le chiavi della porta di classe. Eravamo già “osimani senza testa”.

Così ci disse il bidello! Si perché Osimo è nota come la città dei “senza testa” per le dodici statue romane acefale che ora si trovano nell’atrio del Palazzo Comunale. Nessuno sa con certezza perché siano state decapitate anche se forse è la conseguenza di un gesto di sfregio del generale milanese Trivulzio nel 1487.

Due sono i luoghi imperdibili di questa piccola città: i Giardini di Piazza Nuova, balcone sull’”infinito” un po’ leopardiano che si distende dai Monti Sibillini alle trasparenze adriatiche del Monte Conero.

E il Caffè del Corso dove Giovanni Ausili ha creato lo Spirito dei Sibillini, gelato leggendario con fiordilatte, ricotta e liquore all’anice Varnelli: bianco, delicato, fresco come l’aria e le essenze di montagna.

Enrico Caracciolo

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