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Pasqua ortodossa a Cipro, un lungo ponte che anticipa l’estate

Pasqua a Cipro

Con la Pasqua che cade il 21 aprile, in prossimità della Festa della Liberazione e del 1° maggio, il calendario del 2019 offre la possibilità di prendersi una settimana di vacanza, regalandosi un anticipo di estate al mare. Con il suo clima dolce, che consente di fare il bagno già in primavera, Cipro è la meta ideale per questa piccola fuga con vista sul blu e, poiché la Pasqua ortodossa segue di una settimana quella cattolica, un viaggio alla scoperta dell’isola di Venere a cavallo tra aprile e maggio è quest’anno doppiamente interessante. La festività della Pasqua è, infatti, la ricorrenza più importante per la religione ortodossa e a Cipro il rispetto delle tradizioni sta molto a cuore alla popolazione locale che con grande gioia condivide lo spirito pasquale con i visitatori.

Che si decida di soggiornare in una località lungo la costa, nella capitale Lefkosia (Nicosia) o in un borgo dell’entroterra, l’atmosfera della Pasqua sarà veramente suggestiva e prendere parte ai momenti rituali – religiosi o popolari – legati a questa ricorrenza permetterà di vivere in prima persona il territorio, cogliendone l’emozionante manifestazione di autenticità.

Tra i luoghi di culto più interessanti dal punto di vista artistico, storico e logistico in cui poter seguire le celebrazioni pasquali figurano sicuramente la cattedrale di San Giovanni ubicata nella capitale; la chiesa di San Lazzaro a Larnaka, nella quale si ritiene sia presente il sepolcro del santo; il monastero della Santa Croce nel borgo contadino di Omodos, famoso per la sua eccellente produzione vinicola, e il monastero di Agia Napa, risalente al periodo veneziano. Menzione speciale anche per le 10 chiese bizantine affrescate – edificate tra l’XI e il XVII secolo – presenti nella zona dei Monti Troodos e dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

LE TRADIZIONI DELLA PASQUA

Le celebrazioni pasquali prendono solitamente il via il sabato che precede la Domenica delle Palme con la pulizia accurata della propria casa, la preparazione dei piatti tradizionali e una rinfrescata al guardaroba. Questa giornata è anche dedicata abitualmente a San Lazzaro: si dice che dopo la sua risurrezione si trasferì a Cipro, diventando vescovo di Kition (Scala), ribattezzata in seguito Larnaka (“urna”). E in omaggio al santo amico di Gesù, ogni anno, il sabato che precede la Domenica delle Palme, proprio a Larnaka viene organizzata una processione molto partecipata, altro momento che vale la pena di vivere insieme alla popolazione locale.

Anche a Cipro, per la Pasqua, ci si dedica gioiosamente alla colorazione delle uova. Lo si fa abitualmente il Giovedì Santo ed è molto bello il passaggio di saperi legati a questo rito che avviene tra adulti e bambini. Per ricordare il sangue di Cristo, la tradizione vuole infatti che le uova vengano colorate utilizzando una radice locale, “rizari”, che se fatta bollire rilascia un’intensa colorazione rossa. Il rituale è complesso e i gusci vanno avvolti con fiori e piante particolari, fatti aderire con tecniche differenti (ogni famiglia ha i propri segreti). Dopo questo passaggio, si immergono nell’acqua contenente la radice e a fine cottura vengono lasciate immerse fino a quando non sono fredde. Una volta raffreddate, si liberano i gusci dai fiori e dalle piante e si possono ammirare le impronte che queste avranno lasciato, a contrasto con la parte del guscio colorata di rosso dalla radice.

Il giorno del Venerdì Santo è legato a un’altra tradizione davvero particolare: la decorazione floreale degli Epitafios, strutture in legno finemente intarsiato che vengono poste al centro chiesa per simboleggiare il santo sepolcro. Le composizioni di fiori, tradizionalmente effettuate dalle ragazze, sono davvero straordinarie grazie alle complessità di intrecci e agli accostamenti di differenti colori. Per ammirarle al meglio, si attende la fine della messa del venerdì quando gli Epitafios vengono trasportati lungo le vie di paesi e città, accompagnati da partecipatissime processioni.

Il rituale del Lambratzia è un altro passaggio fortemente legato alla tradizione che “va in scena” la sera del Sabato Santo: si allestisce una pira con legni e rami raccolti da bambini e ragazzi nella settimana che preceda la Pasqua e le si dà fuoco, bruciando un pupazzo raffigurante Giuda. A mezzanotte, accendendo un cero, il celebrante (Papas) proclama con tono solenne “Christós Anésti”, “Cristo è risorto”, e le persone presenti replicano tutte insieme “Alithós Anésti”, “Davvero risorto”, scambiandosi baci in segno di pace. Successivamente, tutti si avviano verso l’altare con la propria candela per accenderla dal cero del Papas. Nel ritorno a casa si farà la massima attenzione per non farla spegnere. I festeggiamenti della risurrezione, che seguono il sermone, sono davvero pieni di gioia. Ci si trova tutti insieme per mangiare i cibi della tradizione come la buonissima “avgolemono”, zuppa di riso, uova e succo di limone, a base di brodo di pollo.

E le uova, che erano state colorate il giovedì, vengono utilizzate per delle sfide alla ricerca dell’uovo più resistente, dando vita a vere e proprie scherzose battaglie: i due giocatori fanno sbattere una contro l’altra le punte delle loro uova e quella che rimane intatta vince. Il vincitore si aggiudica l’uovo del perdente e trova subito un altro sfidante. La domenica di Pasqua è naturalmente il momento più gioioso e, soprattutto, nei borghi rurali si festeggia con un ricco pranzo all’aperto e tante persone sedute allo stesso tavolo. Non è difficile che le persone invitino a fare un brindisi o a condividere il cibo anche i visitatori e l’atmosfera che pervade paesi e città è davvero di coinvolgente e amichevole comunione.

Il divertimento e un po’ di liberatoria ironia seguono la fine del pranzo, con i duetti poetico-musicali chiamati “tchatismata”, a cui l’UNESCO ha attribuito il riconoscimento di patrimonio immateriale di Cipro: uno degli uomini presenti a tavola viene bersagliato da bonarie prese in giro che generalmente rendono nota una sua passione segreta – talvolta un po’ sofferta – per una donna. Il malcapitato non può difendersi a tono e non si può nemmeno sottrarre allo scherzo, trovandosi, giocoforza, costretto ad accettare di essere oggetto di uno sfottò con un tirato sorriso sulle labbra.

BONTÀ PASQUALI

Oltre alla zuppa “avgolemono” tra le delizie pasquali, acquistabili anche nelle panetterie e pasticcerie locali, ci sono le “flaounes”, fagottini dal gusto un po’ dolce e un po’ salato, preparati con formaggio, erbe e spezie. Un altro pane molto buono legato alle ricette di origine ellenica è lo “tsoureki”, pane all’arancio. Il suo profumo e il suo sapore sono davvero una ventata di rallegrante intensità aromatica! Tra i piatti caratteristici del menù pasquale figura anche l’agnello cucinato arrosto o allo spiedo (souvla).

 

 

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