Mentre i musei italiani riaprono le porte, con tutta una serie di norme per evitare folle e assembramenti, il Victoria & Albert Museum di Londra decide di fare della pandemia una mostra. L’esposizione, per il momento digitale, si chiama Pandemic Objects e raccoglie gli oggetti di uso quotidiano che in questo periodo di lockdown hanno acquisito un nuovo valore.

La pandemia ha avuto questo strano effetto di portare alla ribalta oggetti nuovi e vecchi che non avremmo mai pensato sarebbero diventati importanti” racconta il curatore del museo Brendan Cormier al The Guardian.  

Gli oggetti della pandemia

Tra gli oggetti in Pandemic Objects non potevano mancare i cartelli fatti in casa: arcobaleni disegnati da bambini, messaggi di solidarietà, scritte colorate “andrà tutto bene”, “state a casa”, e insegne sulle porte dei pochi negozi aperti, per invitare al distanziamento sociale e all’uso della mascherina. La cosa davvero interessante è che la maggior parte di queste scritte non sono a computer ma a mano, come se “avessimo sentito la necessità di tornare a carta e penna”, spiega Cormier. 

Un grande cambiamento è avvenuto anche nella dispensa delle nostre cucine, che in questi giorni di lockdown sono diventate il rifugio e la valvola di sfogo per molti di noi. Farina e lievito sono improvvisamente diventati oggetti essenziali, beni di lusso introvabili,  nonostante pane, pizza e focaccia fossero sempre acquistabili.  

Tra i protagonisti di Pandemic Objects troviamo box, scatole e cartoni: con i negozi chiusi, ci siamo abituati a ordinare online, ad aspettare con ansia la delivery, mentre i commercianti e i ristoratori si sono attrezzati per portare i propri prodotti nelle case dei clienti. La maniglia della porta, invece, si è trasformata in una potenziale minaccia, dato che il virus sembra resistere sulle superfici.

E poi mascherine, guanti in lattice, carta igienica, balconi e terrazze dei vicini. E tutti i viaggiatori si ricorderanno di Google Street View, che ci ha permesso di esplorare virtualmente il mondo, sognando di essere altrove. 

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