Un lungo viaggio attraverso l’affascinante mondo del binocolo, uno strumento ottico utile e versatile.
Quando è nato?
La parola “binocolo” deriva dal latino scientifico (XVII sec.) binoculus, composto da bini “ a due a due” e da oculus “occhio”. Non ci sono, purtroppo, una data certa di creazione e una paternità confermata, tuttavia pare si possa far risalire la sua invenzione a cavallo del 1600. Di questo strumento ottico, infatti, vi è traccia, nel 1590 circa, all’interno di una lettera del noto medico e alchimista italiano Giambattista Della Porta, scritta al cardinale d’Este. Nel testo s’informava: “d’aver costruito occhiali che possono raffigurare un uomo alcune miglia lontane.” In Olanda, invece, il 2 ottobre 1608 gli Stati Generali vagliarono la domanda di brevetto dell’ottico Hans Lippershey, relativo alla progettazione di uno strumento ” per vedere oggetti lontani come fossero vicini”. L’interpellanza fu accolta a patto che l’ottico tedesco – naturalizzato olandese – progettasse uno dispositivo “in grado di osservare con entrambi gli occhi.”
Perché è utile?
Il nostro cervello elabora con accuratezza le informazioni che riceve da entrambi gli occhi. Proprio per questo motivo, il binocolo è lo strumento più naturale che l’uomo possa utilizzare. Chi possiede un visus perfetto è in grado di percepire una moneta da un euro a circa quaranta metri di distanza. Gli uccelli rapaci come l’aquila o il falco pellegrino possiedono, però, una vista sofisticata che può essere commisurata a quella di una persona intenta a osservare in un binocolo che fornisce dieci ingrandimenti. Il binocolo ci aiuterà, quindi, a potenziare la vista durante le nostre osservazioni.
Com’è fatto?
Il binocolo è composto da una coppia di cannocchiali (o monocoli identici. Fornisce una visione binoculare, ingrandendo le immagini e raddrizzando la visione degli oggetti lontani. Ci sono due tipi di binocoli: quello galileiano- anche conosciuto come “binocolo da teatro” che è composto da una schema ottico molto semplice. Vi sono poi i binocoli prismatici, il cui nome deriva dalla presenza di prismi che consentono il raddrizzamento delle immagini, la correzione delle aberrazioni e una migliore qualità ottica.
Le caratteristiche tecniche principali
- Ingrandimento
Un 8×32 fornisce otto ingrandimenti, mostra quindi un oggetto otto volte più grande rispetto a quanto è consentito dall’ osservazione ad occhio nudo. L’ingrandimento sviluppato da un binocolo si può anche esprimere in un altro modo. Osservando una poiana a centro metri di distanza attraverso un 10×50, essa ci apparirà come se si trovasse a soli dieci metri di distanza.
- Diametro degli obiettivi
E’ la seconda cifra nella sigla visibile sul vostro binocolo. Un 10×50, ad esempio, è dotato di obiettivi con un diametro di 50 mm, un 20×80, di 80 mm. A parità di qualità ottica, maggiore è il diametro, maggiore è la quantità di luce che raggiunge i nostri occhi. Non tutti i binocoli dallo stesso formato forniranno un’identica luminosità. Strumenti di alta qualità, ma dal diametro più piccolo, saranno più luminosi di strumenti di maggior diametro, ma d’infima qualità. In questo settore vale il detto: “chi più spende, meglio spende.”
- Campo di visivo o Campo reale (C.V o C.R.)
Il C.V. è la porzione di panorama inquadrato con il binocolo . Se leggendo fra le sue caratteristiche tecniche v’imbatteste, ad esempio, nella sigla “120 m a 1000 m” significherà che osservando a mille metri di distanza, il binocolo inquadrerà una porzione di campo larga centoventi metri. Questo fattore è specificato anche in gradi (°). Per calcolare i gradi di campo, partendo dal campo visivo in metri è sufficiente dividere quest’ultimi per 17,5. Ad esempio un binocolo che fornisce un campo visivo pari a “120 m a 1000 m” possiede 6° di campo (120:17,5=6.8°).
- Compensazione diottrica
I binocoli consentono di compensare le differenze di visus fra l’occhio destro e l’occhio sinistro. Agendo sulla piccola ghiera di compensazione, non sarà più necessario compiere successive regolazioni. Sarà poi sufficiente agire sul pomello principale. Solitamente i binocoli forniscono un range compensativo di almeno quattro diottrie. Anche questo è un fattore da considerare prima dell’acquisto. Il binocolo è in grado di neutralizzare la vostra miopia, ma non sarà in grado di correggere l’astigmatismo. Per questo motivo dovrete acquistare un binocolo con un’estrazione pupillare elevata.
- Estrazione pupillare (E.P.)
E’ anche detta: “distanza della pupilla di uscita”. Essa si misura dall’ultima lente dell’oculare. Affinché si possa avere una visione ottimale, è necessario che la nostra pupilla si metta alla corretta distanza. Chi osserva senza occhiali, potrà inquadrare tutto il campo di vista anche con un binocolo dotato di una scarsa E.P. Chi li utilizza, dovrà acquistare un binocolo che fornisca almeno 16-20 mm.
- Luminosità
Nei binocoli la luminosità si basa sul rapporto fra il diametro degli obiettivi e gli ingrandimenti forniti. A parità di qualità ottica, maggiore è il diametro, maggiore è la luminosità.
- Pupilla di uscita
Essa è l’apertura della luce in uscita dal binocolo. I raggi entrano dagli obiettivi ed escono dagli oculari. I piccoli “cerchietti”, che potete osservare mirando negli oculari rappresentano la P.U. Dipende dal rapporto fra il diametro e gli ingrandimenti. Un binocolo 10×42 avrà una pupilla di uscita di 4,2 mm, un binocolo 8×56, avrà, di contro, una pupilla di 7 mm. Attraverso la P.U. esce un vero e proprio flusso luminoso diretto ai nostri occhi. Se le nostre pupille avranno un diametro inferiore a quella della P.U. del binocolo, parte della luminosità sarà perduta. In una giornata assolata, quando le nostre pupille hanno diametro di circa 2 mm, sarà inutile avvalersi di un binocolo 8×56. Un rapido calcolo consente, a spanne, di quantificare il reale diametro dell’8×56 in questa particolare situazione. E ’sufficiente moltiplicare il diametro della nostra pupilla per l’ingrandimento del binocolo. Ossia 2 (mm) X 8 (ingrandimenti). In sintesi, di giorno, il nostro luminoso 8×56, fornirebbe la medesima luminosità di un binocolo 8×16 mm.! Di contro, al crepuscolo, quando la nostra pupilla si dilaterà sino a 7 mm, si potrà godere al massimo della raccolta di luce, fornita dagli obiettivi da 56 mm. Per un trekker che ama osservare le montagne di giorno, sarà preferibile un compatto 8×25, mentre chi ama osservare gli animali al crepuscolo, prediligerà un 8×56. Per un uso misto, il classico 8×42 è sempre la soluzione ideale. La dilatazione pupillare umana varia, in media, al variare dell’età. La soggettività genera però eccezioni. Nei bambini, usualmente, può superare anche gli 8 mm di diametro, mentre a sessanta anni, di rado si riescono a superare i quattro millimetri di dilatazione pupillare.