Campi lunghissimi cinematografici dove il riso cresce rigoglioso tra il verde delle risaie mature. Geometrie di grano color giallo oro accanto ad aie assolate di antiche cascine. E sagome di bianchissimi aironi che si alzano nel cielo all’improvviso, davanti alla cerchia della Alpi con la sua base d’azzurro intenso e al massiccio del Monte Rosa che sembra così vicino da poterlo toccare. Novara e la sua provincia sono immagini, dolcissime pennellate stese sulla tela. La visita a questi luoghi è anzitutto un’esperienza sensoriale: rumori, sapori, visioni, odori, che si alternano in un gioco infinito di colori e di forme geometriche, proprio come succede quando si guarda dentro un caleidoscopio. Il Novarese ti entra nella mente e nel cuore… e non ti lascia più. Volete continuare a provare queste (forti) emozioni? Allora correte in edicola: dal 26 settembre nel fascicolo di ottobre di Itinerari e luoghi n. 284 troverete un ampio articolo dedicato a questo lembo di Piemonte. (Foto di apertura: aironi sulle risaie di Proh).

Cascina Caccia vista dal Fiume Agogna, confine naturale tra Piemonte e Lombardia. Borgolavezzaro

LE MONDINE DI CASCINA CACCIA
In prossimità del fiume Agogna, nel comune di Borgolavezzaro, rimane la vecchia cascina dei Conti Caccia, un edificio “a corte chiusa” risalente al  XVI secolo. Si conservano ancora le stalle settecentesche, coperte dalle volte a botte sostenute da possenti colonne in pietra, con la finestrella da cui il fattore poteva controllare gli animali durante la notte e una sala macine con gli attrezzi originari utilizzati per lavorare il riso, dapprima attraverso la pista, in cui dei pistoni in legno pestavano il riso entrando in fori, ora tamponati nel pavimento in pietra, sostituita nell’Ottocento dalla grolla a ruota singola. “Sono arrivato in questa cascina quando ero un ragazzino e mio nonno coltivava il riso” ci racconta il Signor Domenico Bernascone dall’aia della cascina. “Oggi è tutto meccanizzato e le mondine non si troverebbero più!” continua, mostrandoci l’antico dormitorio ove riposavano le giovani donne dopo il duro lavoro in risaia: un immenso salone diviso da archi a sesto acuto, tra cui sono ancora visibili alcune brande e oggetti personali delle mondine. “Il riso è una pianta incredibile”, spiega. “Ha la capacità di adattarsi a suoli e condizioni diverse ed è indistruttibile: per questo è il cereale più coltivato al mondo. Ma soprattutto è capace di stupire ogni agricoltore e annate che parevano pessime si sono poi rivelate tra le migliori. Mio nonno diceva infatti che, nella coltivazione del riso, l’annata dura un anno!”.