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Folkest 2024: il festival curioso del mondo

La manifestazione prosegue fino al 17 agosto con una serie di appuntamenti musicali e culturali. Tanti gli ospiti di rilievo come i Calexico e The Black Sorrows

Folkest 2024

Il 1 giugno si alza il sipario sulla 46^ edizione di Folkest, kermesse dedicata alla grande musica folk e popolare suddivisa, da quest’anno, in sei sezioni: Folkest sul Territorio, le giornate centrali di San Daniele, gli appuntamenti del Castello di Udine e le tre novità, di Anteprima Folkest (1 e 2 giugno, 6 e 7 giugno) fra Italia e Austria; i progetti speciali Odmevi/Echi e Folkest fra monti e acque.

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A Folkest 2024 i Calexico (ph. Ian Laidlaw)

Una carrellata di ospiti

Fra gli ospiti maggiormente attesi, indubbiamente i Calexico, in programma il 17 luglio sul palco del Castello di Udine. Ma anche personaggi come i The black sorrows dall’Australia (Romans d’Isonzo 29 giugno); Sir Oliver Skardy e i Fatti Quotidiani (6 luglio San Daniele), ben noto band leader dei Pitura Freska; Eileen Rose Band dagli Usa (6 luglio San Daniele); Andy Irvine dall’Irlanda (7 luglio San Daniele); l’Ambrogio Sparagna Trio (Udine 17 agosto). Oltre agli amici di Folkest che confluiscono ogni anno, portando la loro musica e il loro confronto, per trasformare questo appuntamento in un vero e proprio centro di confronto sul presente e sul futuro, oltre che sulla grande tradizione, dell’etno-folk e della world internazionali e nazionali: fra gli ospiti Elena Ledda Mauro Palmas e Maurizio Bettelli ma anche giornalisti come Felice Liperi, Duccio Pasqua e Martina Vocci. Confermata la partnership con UpBeat, la piattaforma europea nata da una rete formata dai quattordici più importanti showcase festival continentali grazie alla quale le giornate di Folkest a San Daniele si animano di musicisti da tutta Europa, ma anche di operatori del settore. direttori di altri festival e giornalisti. Un incontro di suoni che si arricchisce della proposta dei finalisti del Premio Alberto Cesa, sei gruppi e singoli artisti da tutta Italia già selezionati nel corso delle semifinali invernali di Arezzo, San Pietro in Cairano (VR), Cervasca (CN), Loano, Roma e Codroipo (UD).

A Folkest 2024 sono attesi i The Black Sorrows. Ph. Ian Ritter

Visione green

Un corretto uso delle risorse e un’efficace lotta allo spreco energetico è sempre stato tra gli obiettivi dichiarati di Folkest. Negli ultimi anni quest’esigenza ha preso un significativo abbrivio, complice anche la partecipazione al progetto UpBeat e i numerosi incontri operativi con tutti gli altri festival aderenti al progetto stesso. Oltre alle varie altre azioni (piatti e posate riciclabili, boccioni dell’acqua, auto ibride, ecc…) da quest’anno Folkest vanta un impianto di amplificazione e luci totalmente a batteria. L’impianto esterno, i monitor, le luci, il mixer… tutto sarà a batteria, una piccola grande rivoluzione assolutamente impensabile anche solo tre anni fa. Attrezzature all’avanguardia in esclusiva per il festival friulano che ancora una volta si conferma capace di porsi sempre un passo in avanti.

L’Anteprima con la Fieste da Sedon

L’Anteprima di Folkest 2024 – il 1° e il 2 giugno – sarà dedicata a Suns di storie e memorie – Fieste da Sedon, una due giorni di laboratori e musica in libertà con i musicisti folk friulani al Castello di Ragogna. Un evento culturale incentrato sulla scoperta e riscoperta di luoghi, suoni e tradizioni del territorio in forma partecipata con il coinvolgimento della popolazione locale.
Sabato 1° giugno presso la Pieve del Castello in programma i Carantan, gruppo cofondato da Glauco Toniutti: una serata all’insegna del folk e delle sperimentazioni sonore che vedrà la partecipazione di Dario Marusic e Andrea Del Favero e di Giovanni Floreani.
Domenica 2 giugno, invece, tanta allegria con musica e festa al castello. Oltre al Castello, sarà coinvolta la frazione di Villuzza per parlare anche di ambiente di storia del territorio. Sabato pomeriggio i ragazzi dagli 8 ai 12 anni potranno partecipare a una speciale caccia al tesoro alla scoperta di luoghi caratteristici proprio di Villuzza ascoltando i racconti dei suoi abitanti.

Folkest 2024, i Green Waves

Folkest e il sociale

Torna anche per questa edizione lo storico rapporto di Folkest con alcune importanti associazioni culturali sul territorio. Prima fra tutte la Cooperativa sociale Itaca con la quale è attiva oramai una cooperazione ultraventennale. Anche quest’anno la Cooperativa porta a Folkest un progetto dei Capitano tutte a noi, gruppo musicale nato undici anni fa a Pordenone, composto da beneficiari dei servizi, operatori e amici della musica. Due le tappe previste: il 9 giugno alle 18 alla Fattoria didattico-sociale Cantina Tavagnacco di Cividale del Friuli per Aspettando Folkest; il 20 giugno alle 20 alla Comunità Nove di Udine all’interno del Parco di Sant’Osvaldo, per un evento speciale che coniuga il cartellone di Folkest con quello delle Feste d’Estate al Parco e gli eventi di celebrazione per i 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia.
Fra i nuovi progetti di questa edizione Pordenone Educa, un’iniziativa che attraversa in realtà tutto l’anno e che viene realizzata in collaborazione con Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile: un fondo che scaturisce da un accordo tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo e che sostiene interventi mirati a rimuovere le barriere di carattere economico, sociale e culturale che ostacolano la piena partecipazione dei minori ai processi educativi.

Folkest 2024, Andrea Bitai

Il Festival sul territorio

Il viaggio fra i comuni del Friuli Venezia Giulia toccherà San Rocco di Forgaria nel Friuli (Borgo Agnola), Campoformido, San Giovanni a Pulfero (Grotta d’Antro), Villanova delle Grotte – Lusevera (Tettoia piazzale Principale), Gorizia, Stevenà di Canevà (parco di Villa Frova), Sant’Osvaldo a Udine (Parco di Sant’Osvaldo), Artegna, Vigna di Castelnovo del Friuli (Sagrato Chiesa San Nicolò), Prato Carnico (piazzetta della Fontana), Tramonti di Sopra, Ronchi dei Legionari (piazza della Concordia), Ribis di Reana del Rojale (Casa Lucis), Papariano, Flaibano (Piazza Monumento), Romans d’Isonzo (Piazza G. Candussi), Cercivento (Cjase da Int), Arte Terme (Giardino del Palazzo Savoia), Vito d’Asio (Piazza Fontana). E poi, a luglio: Travesio, San Quirino, Valeriano, Clauzetto. E Udine.
Tra gli artisti presenti: gli Sparatrapp, 4 Folksinger in Friûl, Raquel Kurpershoeck (Spagna/Paesi Bassi), Maria Moctezuma dal Messico, i Grass Root Ties (Usa/Inghilterra/Germania), Radoslav Lorković & Charlie Cinelli (Croazia/Usa/Italia), Hysterrae (Iran /Italia), Alvise Nodale (Friuli). Dall’Italia saliranno sul palco: i Mozoltov, i Luarte Project, gli Almakantica, Claudia Bombardella Trio, Blue Weed, The Morsellis, Circo Diatonico, Z/F, l’omaggio di Silvio Trotta a Branduardi, i Green Waves.

Il Premio Cesa

Grazie al Premio Alberto Cesa – giunto alla sua ventesima edizione e pensato per valorizzare i progetti musicali italiani che sappiano dare voce a una o più radici culturali di qualsiasi parte del mondo – a San Daniele si ascolteranno quindi gli Ars Antiqua World Jazz Ensemble da Ferrara selezionai ad Arezzo lo scorso 7 dicembre 2023; Vanina Vincent, argentina trapiantata a FIrenze, uscita dalla selezione di San Pietro a Caiano in provincia di Verona (26 gennaio). E ancora: Miguel Angel Acosta – argentino di nascita e torinese di adozione – che ha conquistato la giuria a Cervasca in provincia di Cuneo (27 gennaio). I genovesi Makadam Zena (Loano 28 gennaio), i ciociari I Trillanti (Roma, 2 febbraio). Infine i carnici Trival sono arrivati primi in occasione della selezione di Codroipo (9 febbraio) in provincia di Udine.
La serata finale del 7 luglio a San Daniele li vedrà tutti sul palco di Piazza Vittorio Emanuele II alle 21.00. Il gruppo/artista vincitore parteciperà di diritto all’edizione successiva di Folkest, oltre a ricevere un premio da parte del NUOVO IMAIE. A discrezione della giuria potrà essere assegnato un premio speciale a un artista/gruppo formato da musicisti sotto i 35 anni di età.
La novità di questa edizione è che ai gruppi finalisti è stato chiesto di musicare, cantare e arrangiare un testo in lingua friulana del poeta Federico Tavan di Andreis (PN), la più alta voce della letteratura friulana nella seconda metà del Ventesimo secolo dopo Pier Paolo Pasolini. Questa fase del Premio è in stretta collaborazione con Morganti Editori, la casa editrice che cura i diritti applicabili all’opera del poeta e ne rende disponibile l’utilizzo.

Folkest Showcase

Ovvero le nuove proposte artistiche europee che Folkest proporrà al pubblico e ai numerosi delegati internazionali portando la loro musica in luoghi di grande storia e fascino di San Daniele: dal Parco del Castello a Piazza Vittorio Emanuele II, da Piazza Pellegrino da San Daniele alla Chiesa di Sant’Antonio Abate. Dodici le proposte di questa sezione, oltre agli italiani Alex Eli Duo, Magasin du Café, gli Ossosacro (già vincitori del Premio Andrea Parodi 2023) e i Laca Collective, avremo infatti Alice in Wonderband dalla Serbia, Andrea Bitai dall’Ungheria, i Balkalar dalla Croazia, i Maluf System un progetto fra Tunisia e Italia, Lidiya Koycheva & Balkan Orkestra dalla Bulgaria, i Pausis dalla Grecia, Lia Sampai dalla Catalogna e i Nubras, un progetto fra Italia, Svizzera e Spagna.

I Folk Clinic

Cuore dell’offerta formativa di Folkest, i Folkclinic, coordinati da Andrea Del Favero, Maurizio Bettelli, Michele Gazich, e Placida Staro per la parte coreutica, hanno suscitato un grande interesse negli operatori per la sua stessa costruzione, venendo inseriti anche nel progetto europeo UpBeat, che raccoglie i quindici più importanti showcase festival continentali. I clinic – aperti a tutti, musicisti, artisti, appassionati e curiosi – si terranno presso la sede della Biblioteca Guarneriana nel Parco del Castello e presso il vecchio Convento dei Domenicani presso la sede dello Scriptorium Foroiuliense.
Spazio anche alla Settima arte con ben due contributi filmici: il primo, Al di là dei lupi di Ennio Guerrato, dedicato alla figura del musicista cosmopolita Alfredo Lacosegliaz; il secondo, Miradas, docufilm di Tomaso Mannoni e Mauro Palmas con Elena Ledda, a raccontare il festival Mare e Miniere in Sardegna.
Importante ricordare che i Folkclinic sono un momento formativo che non nasce e muore solo in queste giornate, ma che giunge anche come momento conclusivo di una collaborazione tra diversi significative realtà territoriali nel progetto Ance e corde nel vento: da Folkest all’Associazione Gottardo Tomat di Spilimbergo, dal gruppo da Glauco – academiute di musiche e culture popolâr, all’Associazione Furclap di Udine, all’associazione Reunia di Ragogna.

Folkest 2024. L’immagine ufficiale è di Enzo De Giorgi, un artista per il quale la musica è stata sempre e comunque un elemento centrale della propria creatività.

Folkest fra monti e acque

Una nuova sezione per Folkest che rappresenta anche un importantissimo esempio di come si possa progettare insieme pensando contemporaneamente al territorio, al futuro, alle proposte culturali e al turismo. Ad essere coinvolti cinque comuni con le radici ben piantate sulla montagna della Destra Tagliamento, bagnate dalle acque dell’Arzino e del Cosa, con capofila Clauzetto: Castelnovo del Friuli, Pinzano, Travesio, Vito d’Asio. Luoghi dove l’uomo ha seminato memorie antiche in una natura aspra e stupefacente, dove s’incastoneranno come piccole gemme proposte di musica mediterranea e mediorientale, canti di donne iraniane, dolci melodie irlandesi, indiavolati ritmi bluegrass e italici organetti.

Odmevi/ Echi

Odmevi/ Echi: Coltivare il popolare per popolare il colto. Prenderà il via da San Giovanni d’Antro, per poi dipanarsi a metà agosto, un progetto musicale nato dalla collaborazione fra l’Associazione Sergio Gaggia di Cividale e Folkest, in cui le due associazioni affrontano l’affascinante sfida di un percorso musicale combinato tra classico e popolare, in un’ottica di un allargamento del pubblico e della sua formazione, come dichiara il sottotitolo: Coltivare il popolare per popolare il colto. Un’iniziativa che mira anche a un recupero turistico delle Valli del Natisone, soprattutto in vista dell’appuntamento Go! 2025 Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025, in cui la Slavia friulana può diventare a sua volta simbolo emblematico di un territorio omogeneo arbitrariamente diviso. Oltre al significato simbolico, ai potenziali benefici nei rapporti transfrontalieri e agli effetti turistici, il progetto offre anche – nella sua parte squisitamente musicale – uno sfizioso, programmatico rimbalzo tra mondo popolare e mondo colto, una via inedita e solo saltuariamente visitata da festival e stagioni concertistiche.

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