Dal 14 maggio al 31 dicembre 2021, grazie a una installazione che ne permetterà una lettura ravvicinata, sarà possibile vedere per la prima volta da vicino la grande tela con il celebre Ritratto di Dante Alighieri, la città di Firenze e l’allegoria della Divina Commedia, dipinto da Domenico di Michelino nel 1465 per la Cattedrale di Firenze. “Dante e la luce della Commedia in Santa Maria del Fiore“, a cura di Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi dal 2006 al 2015, è parte di un programma di iniziative volte a celebrare i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta che vede per la prima volta collaborare tre prestigiose istituzioni fiorentine l’Opera di Santa Maria del Fiore, l’Opera di Santa Croce e la Certosa di Firenze – Comunità di San Leolino. (nella foto di apertura: Domenico da Michelino, Ritratto di Dante Alighieri, la città di Firenze e l’allegoria della Divina Commedia, 1465, Cattedrale di Firenze, courtesy Opera di Santa Maria del Fiore).
“Il patto di collaborazione che nel nome di Dante unisce la Fabbricerie del Duomo, quella di Santa Croce e la Certosa di Firenze è un segno concreto di fraternità e di speranza per la città: abbiamo raccolto l’invito di papa Francesco all’impegno per la conoscenza e la diffusione del messaggio dantesco nella sua pienezza – sottolinea don Alessandro Andreini, vicepresidente dell’Opera di Santa Croce e membro della Comunità di San Leolino – Insieme vogliamo dare valore a questo centenario con la particolare urgenza di evidenziare la straordinaria dimensione di fede che caratterizza l’esperienza umana e artistica di Dante, senza la quale è impossibile comprendere la Commedia”.
“L’opera di Domenico di Michelino è forse il più noto ritratto di Dante Alighieri – afferma Antonio Natali – non a caso nel 2021 è stata chiesta in prestito per molte mostre (a cominciare da quelle che stanno riscuotendo la maggiore attenzione della stampa e delle televisioni); c’è parso però inammissibile, proprio nell’anno di Dante, privare per diversi mesi la Cattedrale di Firenze d’una creazione che l’Opera di Santa Maria del Fiore aveva nel Quattrocento voluto commissionare per celebrarne la nascita”.
E appunto per celebrare i duecento anni della nascita di Dante, che nel 1465, l’Opera di Santa Maria del Fiore commissionò questo “monumento dipinto” con lo scopo di esaltare la memoria del poeta nella principale chiesa fiorentina, nel contesto del programma umanistico vòlto a trasformare il Duomo nel Pantheon delle glorie civili, letterarie e religiose cittadine avviato dal Cancelliere Coluccio Salutati. Il ritratto doveva sostituire un precedente dipinto andato perduto, realizzato negli anni venti del Quattrocento da un pittore di nome Mariotto (identificabile con Mariotto di Nardo o Mariotto di Cristofano, il cognato di Masaccio) e incentrato sul tema del ritorno delle ceneri del poeta in patria. Un ritratto allegorico di Dante, raffigurato in piedi con una corona d’alloro che gli cinge la testa, Dante tiene nella mano sinistra la Commedia aperta sui versi d’esordio e con la destra indica la Porta dell’Inferno. Dietro di lui il Purgatorio e il Paradiso. “Ritto in una scenografia simbolica, evocatrice dei luoghi delle tre cantiche – scrive Antonio Natali – volge lo sguardo pensoso verso un’epifania lirica di Firenze; che, chiusa entro mura merlate, accavalla le sue architetture, sovrastate dall’imponente e ormai compiuta cupola brunelleschiana. La città sta dirimpetto alla porta dell’Inferno”. Una Firenze quattrocentesca con la Cattedrale e la Cupola del Brunelleschi, già coronata dalla palla di bronzo ricoperta d’oro e dalla croce, che al tempo del dipinto non erano state ancora eseguite, ma che l’artista aveva visto nel modello progettato dal Brunelleschi nel 1419. Si vedono anche le mura della seconda cerchia, iniziata nel 1172, le torri del Bargello, della chiesa della Badia fiorentina, del Palazzo Vecchio e il Campanile di Giotto.
Per la storica dell’arte Annamaria Bernacchioni, che a lungo ha studiato questo dipinto e il suo autore: ”Domenico di Michelino trasse probabilmente ispirazione dai ritratti precedenti: quello giottesco della Cappella del Bargello, l’altro di Taddeo Gaddi in Santa Croce (distrutto dal Vasari) e gli esemplari tardo trecenteschi della scomparsa Aula minor di Palazzo Vecchio e del Palazzo del Proconsolo, fino al ritratto di Andrea del Castagno nella villa Carducci di Legnaia”.
“Qui è ritratto Dante tetragono (Par. XVII, v.22), ovvero risoluto nell’esilio – afferma il dantista Jason Houston – mentre fissa lo sguardo solenne sulla città di Firenze e con un gesto suggestivo della mano indica le porte dell’Inferno. Dante tiene aperta la Commedia, invitando il visitatore a considerare attentamente le sue parole”.
“Dante e la luce della Commedia in Santa Maria del Fiore” è la terza iniziativa in ordine di tempo del programma per le Celebrazioni Dantesche a cura dell’Opera di Santa Maria del Fiore, dell’Opera di Santa Croce e della Comunità di San Leolino.
Dopo la mostra “…con altra voce ritornerò poeta. Il Ritratto di Dante del Bronzino alla Certosa di Firenze” e la lezione di Massimo Cacciari Dante tra ragione, politica e profezia tenutesi nel 2020, il programma prevede nei prossimi mesi le seguenti iniziative: All’etterno dal tempo (Paradiso, XXXI 38): la teologia di Dante, lezione del Cardinale Gianfranco Ravasi, Basilica di Santa Croce, 28 maggio 2021; Lecturae Dantis spettacolo di Franco Ricordi, Museo dell’Opera del Duomo, 10, 17, 24 giugno 2021; I poeti leggono il Poeta Santa Croce, Duomo, Certosa, giugno 2021 – marzo 2022; Commedia Divina a Santa Croce spettacolo site specific della Compagnia Lombardi-Tiezzi, presso il complesso monumentale di Santa Croce, 5 – 11 luglio 2021; e la Giornata della fraternità 2021 – Dante e Francesco incontro, Cenacolo di Santa Croce, 2 ottobre 2021.
Per informazioni sulle modalità di visita e l’acquisto dei biglietti consultare il sito web dell’Opera: https://duomo.firenze.it