Il freddo è arrivato, ma la stagione invernale non deve limitare la voglia di viaggiare o di sfuggire alla quotidianità per un fine settimana, tanto più se si possiede o si sceglie di noleggiare camper. Vogliamo quindi iniziare, proprio con alcuni accorgimenti specifici per l’inverno, una rubrica che ci accompagnerà per i prossimi mesi, con consigli, idee e novità nel settore del turismo itinerante, cercando di trasmettere la nostra passione per i viaggi in autonomia con camper, caravan, furgoni attrezzati e tende. Con qualsiasi condizione meteo.
Il vetro non perdona
Il primo consiglio, forse una banalità per chi già si è spostato in auto attrezzati nei mesi freddi, è non tralasciare mai l’isolamento termico dei vetri, soprattutto per il lunotto anteriore, che non è in plexiglas con doppio strato come le finestre più usate nell’allestimento dei camper. Oltre a lasciar passare il gelo, il vetro crea una fastidiosa condensa, che può persino gelarsi in caso di temperature sotto zero. A seconda della tipologia di camper esistono vari modelli di appositi “oscuranti”, cioè pannelli morbidi in tessuto riflettente e materiale sintetico isolante, che prevedono il montaggio sia interno, con ventose per il vetro o bottoni automatici fissati sia alla tappezzeria che all’esterno, fissati generalmente con cinghiette o elastici e con specifici “cappucci” per alloggiare gli specchietti retrovisori laterali. Generalmente hanno un lato opaco trapuntato ed uno lucido riflettente. Nel periodo invernale il lato riflettente dovrebbe essere rivolto verso l’abitacolo, per reinviare il calore verso l’interno, ma non in tutti i modelli è possibile l’inversione. Gli oscuranti esterni offrono una maggiore protezione dal freddo ed impediscono al vetro di ghiacciare o condensare anche a basse temperature, ma hanno la scomodità di dover essere montati da fuori e di dover essere riposti via, una volta utilizzati, bagnati da pioggia o neve. Inoltre, in caso di vento forte, posso produrre un rumore fastidioso.
Riscaldamento autonomo
Se si prevedono temperature sotto zero, diventa indispensabile poi, per una buona abitabilità, un riscaldamento interno autonomo rispetto al motore del veicolo. Le possibilità sono molteplici, ma le più diffuse sono: stufa a gas o riscaldatore a gasolio. La prima utilizza generalmente il gas butano/propano impiegato anche per la cucina, con o senza bombola ausiliaria dipende dalle dimensioni del mezzo. Ha il pregio di essere silenziosissimo e di facile regolazione, ma è penalizzato dall’ingombro, perché la stufa ha un termosifone che si riscalda e va mantenuto libero da ogni copertura. Inoltre, il butano, in caso di temperature sotto zero, non riesce più a gassificare diventando inutilizzabile. Nei modelli più datati il vento forte poteva spegnere la fiamma, inconveniente risolto nelle versioni più recenti, dotate ora di una ventilazione forzata, che li rende un po’ più rumorosi. I riscaldamenti a gasolio hanno invece il pregio di essere molto piccoli e di garantire un’ottima velocità di riscaldamento a tutte le temperature accessibili con un normale veicolo (sino a -40°, con gasolio artico e a 1500-2000 m di altitudine). Purtroppo hanno il difetto di essere un po’ rumorosi, sia per la ventola di movimentazione dell’aria sia per la pompa di alimentazione del carburante.
Il gasolio per il gelo
Fondamentale infine, come per ogni veicolo a gasolio che affronti l’inverno, pensare a rifornire il mezzo con il carburante artico o alpino. Attenzione alla differenza tra il gasolio invernale che viene normalmente distribuito in città dal 1° novembre al 31 marzo (fluido sino a -12°) e il vero gasolio artico distribuito in montagna o nelle località più fredde (utilizzabile sino a -20° nel serbatoio). Gli additivi per le basse temperatura si trovano anche in commercio nei grandi magazzini o dai distributori di carburanti e possono essere aggiunti al normale pieno di carburante invernale. È consigliabile far girare il motore per alcuni chilometri dopo il rifornimento, per permettere al carburante di andare in circolo. Per i veicoli a benzina il problema non si pone alle normali temperature alpine, gelando a -48°.