Solidarietà, memoria, relazioni, degrado: il Bignami del Pratello. La via dalle tinte ambrate, orlata di porticati, è terra di contraddizioni: chiusa e aperta, eterea e carnale, ostinata e arrendevole. Si rincorrono luci e ombre, caos e quiete.
Di giorno una cosa, di notte un’altra.
Con la luna arrivano gli “invasori”. Ubriachi che pisciano contro i muri, il mattino dopo bisogna passarci sopra col tubo dell’acqua, musica a tutto gas, qualche finta rissa perché c’è anche l’ironia a tener su le fila di questa strada.
Oh beninteso, il più delle volte non succede nulla!
Di giorno è la via più bella del mondo: ritmi sincopati, buonumore, energia, burloni che bevono e fumano in santa pace, osterie, la variegata umanità del “Barazzo”, che è il sancta sanctorum del quartiere.
Testo e foto di Paolo Simoncelli
ITINERARI
L’itinerario completo dell’immensa street art bolognese è impossibile: le opere sono a macchia di leopardo, dal centro alle periferie. Senza la minima pretesa di esaurire l’argomento, proponiamo un percorso a piedi/bici nel centro storico e uno in auto/moto/bici in periferia.
Primo itinerario (a piedi/bici)
- Punto di partenza: piazza della Medaglie d’Oro/Stazione Centrale
- Punto di arrivo: vicolo de’Facchini
- Lunghezza: 3.5 km senza deviazioni
Le pensiline degli autobus in piazza delle Medaglie d’Oro mostrano foto di una variegata umanità vista da dietro, ritratta nelle quotidiane attività. Sono i corpi anonimi di Vantees che rientrano nel progetto “Essere in transito”, uno dei quattro percorsi urbani di Serendippo, museo open air di arte contemporanea che mira a creare ponti tra Bologna, l’arte e i suoi abitanti.
Gli altri tre progetti hanno coinvolto Maria Paola Landini (foto di piedi, passi e ombre sulle pensiline della linea bus 28), Installazione 44 di Raffaele Marra sulle pensiline di via Indipendenza e Carne Fresca di Sonia Romano negli spazi Tper esagonali di via Marconi/via Rizzoli/via IV novembre, con foto dove persone comuni sono trasfigurate in personaggi dell’immaginazione.
Dalla piazza una deviazione di 1.5 km lungo via Pietramellara fino a Porta Lame e poi via Zanardi, raggiunge via Casarini 19 e il DumBO/Ex scalo merci del Ravone, sede annuale di Urbana Underground Art Project, festival di arte urbana.
Le opere di street art di questi ultimi due anni si sono uniti alle Lacrime della Giustizia, murales realizzato nel 2008 dal Collettivo FX per ricordare la strage della stazione. Nella vicina via dello Scalo al 32 l’Albero Filosofico del writer-ingegnere Andreco raffigurato tra un uovo (simbolo del mondo organico) e un cristallo (simbolo del mondo inorganico) è un murales ecologico di vernici fotocatalitiche che cattura gas e restituisce aria pulita.
A 500 m, proseguendo per via Casarini fino a via Pier de’Crescenzi, troverete al 30 il cane nero stilizzato di Monica Cuoghi e Claudio Corsello e al 26 il murales con topi e babbuini dell’illustratore romano Hitnes. Tornati a piazza delle Medaglie d’Oro e poi a porta Galliera percorrete per 1 km via dell’Indipendenza e deviate a destra per 600 m. lungo via Ugo Bassi, fino a piazza Malpighi/Chiesa di S.Francesco e siete in Via del Pratello, mecca eno-gastronomica e galleria d’arte open air di 600 metri con porte e saracinesche dipinte. Opere realizzate a partire dal 2016 da vari artisti.
Sull’altro lato della strada, sempre di Atoche si trovano all’89 un semivolto alla Mitoraj e di fianco, all’89/2, il bellissimo omaggio a Modigliani.
Alla fine della via, nella piazzetta San Rocco incrocio via Calari (al sabato piccolo mercato alimentare), troverete dei topi alle prese con monetine di Ericailcane.
Tornati a via Ugo Bassi e a piazza del Nettuno in 600 m, proseguite per 400 m. lungo via Rizzoli fino alle Due Torri (splendida vista dai 97 m. di altezza della torre degli Asinelli), prendete via Zamboni passando la Basilica di S. Giacomo Maggiore e l’Oratorio di Santa Cecilia (“Cappella Sistina” bolognese con affreschi cinquecenteschi sulla vita della Santa di Amico Aspertini, Lorenzo Costa, Bartolomeo Ramenghi e Francesco Raibolini detto il Francia) e arrivate in 400 m. a piazza Verdi.
All’angolo c’è il volto stilizzato di Francesco Lorusso. Più avanti, nell’androne-angolo piazza Scaravilli, si trova il murales del colombiano Luis Gutierrez sui 500 anni dalla Conquista dell’America, tripudio di colori e personaggi realizzati nel 1988, una delle prime espressioni di arte urbana della città.
Tornati indietro, prendete via del Guasto, strada del degrado e di spacciatori in parte recuperata grazie alle opere di street art che ne tappezzano entrambi i lati, tra questi il vecchio con le mani al volto e la giraffa sopra l’orinatoio di Lah, il camaleonte della giovane Francesca Sclocchini, il volto di Francesca Alinovi di Raffaele Marra.
Girando l’angolo una breve scalinata sale al Giardino del Guasto, spazio verde, d’atmosfera montessoriana progettato nel ‘74 dall’architetto Gennaro Filippini, riaperto nel 1998 dopo anni di degrado. Dove un tempo c’erano siringhe oggi appaiono opere di street art sulle strutture di cemento, tra queste una enorme balena blu e il testone di un serpente. Arrivati in 150 m in via delle Belle Arti, una deviazione di 400 metri lungo via Mascarella porta all’incrocio di via Irnerio dove fu ucciso Lorusso.
Qui, sotto una protezione, vedrete i fori dei proiettili sparati contro di lui e poco prima una targa che lo ricorda. Girando per 150 m. a destra lungo via Irnerio, al civico 34, si trova il Palazzo della Casa Editrice Zanichelli in stile razionalista (1938, Luigi Veronesi), coi Riflessi Mimetici, le astratte “trame” dell’artista Giorgio Bartocci che decorano saracinesche e vetrate.
Tornati a via delle Belle Arti proseguite per 250 m. fino a Vicolo de’Facchini, dove termina l’itinerario, stradina consacrata alla street art con opere di vari artisti tra cui Exit Enter e Sharko.
Secondo Itinerario (auto/moto/bici)
- Punto di partenza: Porta Mascarella
- Punto di arrivo: via Michele Colonna
- Lunghezza: 15 km
Da Porta Mascarella percorrete gli stretti marciapiedi laterali (attenti al traffico) di via Stalingrado tappezzato da entrambi i lati da una interminabile serie di opere di street art delle più disparate tematiche, forme e colori.
Le sottostanti strade come via Gandusio e le alte mura di via Zago sono state terra di conquista per molti writers/graffitari. Continuate per 700 m. lungo via Stalingrado e poi deviate per 850 m. lungo via del Lavoro (al 18 il gigantesco elefante tirato su da palloncini di Honet) fino a via S. Donato e ponte S. Donato (altissime pareti sottostanti invase da lettering, lettere dell’alfabeto).
Proseguite 450 m. lungo via S. Donato fino a piazza Spadolini, piazzetta dove lo spazio Graf mostra il mix di astrattismo e figure, tra cui Bruce Lee, realizzato nel 2012 da Phase II, il compianto artista new yorkese Lonny Wood, pioniere del writing e della scena hip hop e inventore del bubble-style (uso di lettere e caratteri dilatati e morbidi, simili a palloncini).
Dalla piazza, ripresa via San Donato, poi via della Repubblica, via Serena, via Moro e piazza della Costituzione, tornate in 1,7 km a via Stalingrado.
Da qui proseguite per 1 km a destra e arrivate al supermarket Cash & Carry, al civico 65. In un angolo del parcheggio, accanto alla ferroviaria, si trova quel che resta dell’ex zincaturificio, tempio dell’arte di strada in abbandono.
Si entra a vostro rischio e pericolo aggirando la recinzione metallica.
Le opere, alcune veri capolavori, affollano ogni spazio dell’enorme scheletro.
Usciti dallo zincaturificio prendete a destra via Stalingrado/via Ferrarese (molto trafficate), deviate per via Aposazza, via Lipparini, via Stoppato e infine via Gorky fino al Centro Polifunzionale Michelini di Corticella, con opere di street art dedicate ai mestieri e al lavoro che ricoprono le varie strutture, compresa la torre della Centrale Termica (4 km circa dall’ex zincaturificio).
Ripresa via Stalingrado in direzione opposta arrivate in 4.5 km circa alla deviazione per via Parri e proseguite 1 km lungo via Arcangeli e via Cignani; a due passi si trova il Museo per la Memoria di Ustica, installazione di Christian Boltanski coi resti del DC9 abbattuto a Ustica il 27 giugno 1980, monumento alla memoria e luogo di culto.
Prendete adesso via di Saliceto e in 200 m. siete all’incrocio con via Passarotti dove, al civico 26, svetta il caleidoscopico grattacielo Morandi dell’olandese Peter Schuyff, discussa opera concettuale di 33 m. ispirata al pittore bolognese.
Ripresa via di Saliceto prendete via Mitelli e via Calvart per 700 m. fino a via Fioravanti e siete alla Trilogia Navile, nascente, metafisico spazio architettonico con moderni, alti grattacieli alla cui base si trovano le cabine elettriche trasformate in opere d’arte. Vedrete murales anche lungo lo spartitraffico di via Gobetti e all’interno di quel che resta dell’ex Mercato XM (recintato, non accessibile).
In via John Cage si trova il Museo Temporaneo Navile consacrato all’arte contemporanea. Nella vicina via Fioravanti 10 appare Universo Lettera, murales tridimensionale di stelle e geometrie del tedesco Daim. Prendete poi via Tibaldi e in 150 m. siete a fine itinerario, in via Michele Colonna (a pochi minuti dalla stazione).
Qui troverete il murales dell’olandese Does e all’estremità opposta, angolo via Bolognese, la meravigliosa opera del riminese Eron raffigurante enormi gru alate che distruggono la loro controparte metallica (la tecnica fa sembrare le figure dei bassorilievi). A circa 400 m. il mercato alimentare Abani, mostra saracinesche dipinte da vari artisti.
P.S Molto interessanti in Via Scipione dal Ferro 21, il grattacielo di 7 piani ricoperto di simboli industriali/metropolitani del polacco M-City, fusione tra architettura e grafica e nella periferia nord-est di Bologna i giganteschi murales del Collettivo Blq realizzati nel 2018 sulle facciate delle case popolari ai civici 11-19 di Via Martelli, prima strada della città interamente ricoperta di murales.
HIGHLIGHTS
Da non perdere
- DumBo/Distretto urbano multifunzionale Bologna, via Casarini 19, tel. 051.0493742, www.dumbospace.it, sempre aperto.
- Museo Temporaneo Navile, via John Cage 11a, www.museotemporaneonavile.org, ven 15-19, gratuito, su appuntamento alla mail info@museotemporaneonavile.org.
- Museo per la Memoria di Ustica, via di Saliceto 3/22, tel.051.377680, www.museomemoriaustica.it, giov e ven 9-13, sab e dom 10-18.30, gratuito.
Feste ed eventi
- Festa del Pratello (via del Pratello, 25 aprile, 9-19): musica, dibattiti, mostre, eventi. Urbana/Underground Art Project, DumBo, via Casarini 19, www.dumbospace.it, tutto giugno.
- Cheap Festival, www.cheapfestival.it, festival di arte di strada (poster fissati con colla d’amido su bacheche del centro storico).
Mani e genio
Peron & Peron, p.zza S.Francesco 14 a, tel. 051.234876/333.6334171, scarpe artigianali tra tradizione e innovazione. Bottega Dingi, via Nosadella 37/b, tel. 347.1501183 (Leonardo), lun-sab 9-18, www.dingi.it, restauro metalli, riproduzione ferramenta antica, riparazioni oggettistica pregiata, creazioni artistiche con materiali di riciclo.
Le cabine elettriche, il museo nel salotto di casa e la Centrale Termica
Sui muri dell’ex mercato ortofrutticolo della Bolognina, anni fa Serendippo ha invece avviato il progetto “disegnare dialoghi”, poi allargato alle cabine elettriche disseminate tra i lussuosi appartamenti dell’adiacente quartiere Trilogia Navile.
I 10 writers invitati nel 2018 a decorarle hanno portato a termine il progetto artistico, la parte operativa invece, preparazione dei “fondi”, stesura degli impregnanti e via dicendo è stata realizzata da gruppi di richiedenti asilo.
E così, l’integrazione socio-culturale ha trasformato grigie scatole di cemento in opere d’arte. “Abbiamo creato un dialogo”, dice Etta,“un legame tra interno ed esterno, tra gli emarginati e le persone che abitano appartamenti da 7-800 mila euro.
Due mondi lontani anni luce”. Serendippo realizza tutto questo in modo totalmente anarchico. “Non abbiamo convenzioni col comune. Facciamo la raccolta fondi col crowdfunding, col porta a porta. E le aziende del territorio ci danno gli scarti della loro produzione.
La Sayerlack di Pianoro per esempio ci regala la vernice scaduta che non può più vendere alle aziende. Ha avviato anche tirocinii per richiedenti asilo. E così, quest’anno, 18 di loro hanno trovato lavoro.
I ragazzi che fanno i mercati contadini invece ci danno le verdure di seconda-terza scelta. E così cuciniamo”. Nel nascente quartiere è attivo anche l’MTN/Museo Temporaneo del Navile, una sorta di pionieristica sperimentazione condominiale.
In una moderna sala vengono periodicamente esposte opere d’arte di giovani artisti locali che spaziano dalla pittura, alla scultura, dalla fotografia, alla grafica. Gli inquilini danno un’occhiata. Se qualche opera piace, la chiedono in prestito gratuitamente per un mesetto. E così il salotto di casa diventa museo. Terminata la privatissima, esperienza estetico/estatica, l’opera viene restituita.
INFORMAZIONI UTILI
Dove dormire
- Casa Isolani Piazza Maggiore, via D’Azeglio 1, tel. 338.2881153, www.casaisolani.com, centralissima residenza d’epoca con vista su piazza Maggiore, decori e arredi d’epoca, camere a diversa tipologia con a.c e wifi.
- B&B A Casa Mia, via del Pratello 85, tel. 335.6487891, www.acasamiabologna,it, “casa ecologica” progettata dal proprietario/ingegnere Mario Ciammitti, camere con bagno, tv e wifi
- B&B A Casa Fachin, via Frassinago 16, tel. 328.9437273, www.acasafachin.com, camere doppie/matrimoniali con tv, wifi e bagno privato.
Dove mangiare
- Trattoria Fantoni, via del Pratello 11, tel. 051.236358, il menù cambia due volte al giorno, tagliatelle al ragù 9 €, maccheroncini alla norma 9 €, tagliata di manzo al rosmarino 15 €.
- Trattoria Baraldi, via del Pratello 40, tel. 051.235574, www.trattoriabaraldi.it, cucina regionale, pasta fresca della casa, pizza e pane nel forno a legna, erbazzone (torta salata) 8€, menù degustazione “bolognese” 18 € (fesa di prosciutto, spuma di mortadella su crostini, gramigna paglia e fieno al ragù, polpette di maiale e friggione/cipolla bollita), anche menù vegani/vegetariani.
- Pasta Fresca Naldi, via del Pratello 71/A, tel. 051.523288, www.pastafrescanaldi.it, cucina da asporto, sempre affollato, tortellini in brodo, alla panna o al pasticcio 9 €, tortelloni di zucca, burro e salvia 8 €, orecchiette ai broccoli 7 €, spaghetti al limone e crudo 7 €, lasagne alla bolognese 8 €.
Visite guidate/street art
Elena Guaitani, tel. 347.7227029, www.bo-up.com, street art centro storico/zona universitaria (estendibile allo spazio DumBo), tour 2 ore, 12 €, altri tour tematici bolognesi nel sito.
Bologna Welcome Card
Bologna Welcome Card: Easy 25 €, Plus 40 €, acquistabile sul sito www.bolognawelcome.com
Noleggio bici
Travel Hoo, via Dalmonte 3, www.travelhoo.it, tel.051.6569651/338.1379147, tariffe in base a modello bici, classica 15 € al giorno, e-bike da 35 €; tour tematici guidati, anche in Vespa d’epoca.
Contatti utili
- Bologna Welcome, piazza Maggiore 1/e, tel. 051.6583111, 9-19, dom 10-17, www.bolognawelcome.com.
- Info Tourist Bologna, via de’ Carracci 55/a, tel. 351.9883690, 9-19, www.fareharbor.com
NOTE
Lino e lo “spirito” del Pratello
Al Pratello ci sono bislacchi, abbracci e travestiti, dice una canzone di Samma.
E nessuno che ti giudica. E c’è partecipazione. Se uno sta male e vive solo, qualche vicino corre e lo porta in ospedale, una volta fino a Monfalcone, e senza chiedere una lira per benza e autostrada; se un altro non può uscire, cala il cesto dalla finestra e qualcun altro corre a riempirlo.
Neri Lino, edicolante-filosofo, memoria storica del quartiere, se ne sta rintanato al civico 68 da tempo immemore. Mentre somministrava ai nativi il “metadone” quotidiano, copie del Resto del Carlino fresco di stampa, mi ha decantato storia e miracoli del Pratello. Ha scomodato Odette Righi, maestrina, poetessa, scrittrice, vissuta qui in gioventù. Promotrice di arte e cultura, fu ispiratrice dei movimenti femministi e nel ‘73, per i 100 anni del Pratello, mandò alle stampe il resoconto di com’era la vita qui nell’immaginario popolare.“Era considerata una via degradata”, dice Lino, “covo di lestofanti, ladri, prostitute, persone che vivevano di espedienti. La storia della via malfamata che non era da frequentare però, è un luogo comune durato molto tempo”.
Fino agli anni ‘60 i genitori vietavano ai bambini di passare dal Crusèl, l’incrocio con via Pietralata. Nei primi anni ’70 invece, arrivò la politica, la sinistra, radicale e anarchica, e nel 1975 Radio Alice. Arrivò anche l’11 marzo1977, il giorno della morte in via Mascarella di Francesco Lorusso, studente di medicina, militante di Lotta Continua, vittima di uno Stato che sfoderò la mano forte a favore dell’ordine.
“È da quel giorno”, continua Nino, “che ebbe origine il divorzio tra la sinistra istituzionale retta dal governo di allora, il P.C.I, e la sinistra movimentista delle università insorta contro quella morte assurda”. Bologna era in stato di assedio.
C’erano la guerriglia urbana, barricate. Radio Alice si schierò a favore dei movimenti. E da lì a poco fu chiusa. In via Zamboni di fronte a via del Guasto, il murales di Francesco coi capelli arruffati sorride sempre. Un paio di mesi fa erano affisse sotto il porticato dell’Università le foto di quei giorni di protesta con le scritte “Francesco vive” e “la lotta continua per te”, subito cancellate.
Quello che non si può cancellare, sta sul muro di via Mascarella, all’incrocio con via Irnerio: i fori dei proiettili che lo mandarono al camposanto, a 24 anni. È un murales anche questo. Scritto con le armi però. “Negli anni ’80, “ continua Lino, “al civico 53 arrivò il Circolo Pavese di Patrizio Roversi e Susy Blady, teatrino di spettacoli e attività culturali. Poi, tra il ’91 e il ’96, operai e studenti squattrinati, sfruttando una retata, occuparono le case al civico 76 e 78 abitate da prostitute e spacciatori.
In quegli anni veniva Gianna Nannini a trovare amici. “Tenne un concertino proprio nelle case occupate”, dice Lino, “con un prete in delirio tra il pubblico”. E venivano matti e giovani nei guai con la giustizia perché qui c’erano il carcere minorile, c’è ancora, e il manicomio.
Le saracinesche parlanti
Oggi al Pratello s’aggira un innocuo, autonominato “sindaco di quartiere”, Anna Di Labio. Col cappottino e il lungo collo sembrava uscita da una cornice in disuso e così si è seduta sul tavolino davanti alla eterea modella di Modigliani dipinta sulla saracinesca al civico 45.
C’è ne sono una settantina di saracinesche dipinte al Pratello, museo di street art a cielo aperto nato a colpi di spray e pennelli.
Mani alchemiche guidate da menti stralunate hanno lasciato la loro impronta su porte, portoni, saracinesche. Quando bar e osterie aprono bottega o un inquilino sguscia fuori di casa, le immagine si spezzano, svaniscono. E allora bisogna aspettare l’alba, quando la movida finisce e le saracinesche s’abbassano di nuovo, per rivedere tutti quei mondi astratti, onirici, gonfi di colori, mistero, che gridano, bisbigliano, indicano rotte.
Sulla serranda al civico 19 ci sono i due giovani legati e imbavagliati di Psiko, al 50 e 52 i volti femminili di Ale Senso, simboli della violenza alle donne, il primo coi topolini, il secondo, botticelliano, coi rampicanti verdi tra i capelli rossi. All’82 c’è la lugubre figura di DissensoCognitivo, lunghe dita, nasino appuntito, libretto rosso appiccicato agli occhi e al 90, il vecchio ieratico di About Ponny, sempre visibile perché il teatro di poche pretese che sta qui dietro lo apriranno una o due volte all’anno.
Al mio passaggio Federico Miglianti, organizzatore di eventi al Centro Sociale, stava dando una intonacata proprio sopra una saracinesca dipinta. “L’idea mi è venuta nel 2016, come risposta al Comune che voleva far dipingere le serrande dalla Confcommercio”. Una cosa tristissima, tematiche melense, colori tutti uguali. “Non volevo che le istituzioni mettessero la “firma” sull’arte né sulla via e così li anticipai commissionando la prima serranda dipinta, la donna rinascimentale che sta al 96a.
L’idea era di realizzarne una all’anno poi la cosa è dilagata.
I soldi però non ci sono e quindi non ci sono date certe. Porte e saracinesche vengono dipinte quando un artista passa da queste parti. “Lo chiamo e lui arriva”.
Sono artisti che conoscono bene il progetto, lo spirito del Pratello. Realizzano l’opera in uno, due giorni, incassano 100 €, tariffa fissa nemmeno sufficiente a coprire le spese di viaggio, e se ne vanno.
L’arte contro la droga
Serendippo è nata nel 2008 come atto di protesta. “Eravamo in vicolo de’ Facchini”, racconta Etta. “Lì avevamo una libreria, una stamperia, una casa editrice dedicata ai paesi asiatici e africani”.
Un giorno il comune di Bologna finanziò 70 mila euro per cancellare le scritte sui muri del centro storico. Le considerava indecorose. “Noi invece pensavamo che il degrado fosse la solitudine della gente non quello che scrivevano”. Così dal 2008 al 2011 incominciarono a lavorare nei luoghi che venivano definiti “periferie”.
In tutte le strade che l’amministrazione chiamava vicoli-pisciatoio, Serendippo realizzavano progetti d’arte: via Centotrecento, piazza Aldrovandi, via del Guasto, vicolo de’Facchini, i luoghi dei tossici, degli spacciatori, dell’odore di urina. “Non parliamo di riqualificazione. L’arte fine a stessa non ci interessa”, spiega Etta. “La parola chiave è rivitalizzazione, l’arte come ponte, che vive e dialoga con gli abitanti.
Il primo intervento l’abbiamo avviato proprio in vicolo de’Facchini. Abbiamo coinvolto tantissimi studenti delle Belle Arti e artisti che allora non conosceva nessuno e oggi sono famosi: l’inglese Sarah Lucas per esempio e Andreco, che studiava qui a Bologna, metà romano e metà eritreo.
E soprattutto abbiamo raccolto le fotografie realizzate tra il 2001 e il 2007 da Maria Paola Landini, quarantamila foto, un archivio sterminato di tutte le scritte dei muri di Bologna. L’aggiorniamo ancora oggi perché per noi la città parla attraverso i suoi muri”.
Lah per sempre
In via del Guasto, in pieno centro storico, le opere più belle sono proprio quelle di Lah.
Lah però non c’è più, morto a 24 anni in auto, lungo una strada bagnata di pioggia.
Lah era uno di “quelli”, un tossico che veniva in via del Guasto a rifornirsi di droga. Un giorno vide gli artisti al lavoro.
Si avvicinò a Etta: “Faccio queste cose, posso unirmi anch’io?” Disegnò una bellissima giraffa e un vecchio con le mani alla faccia, “l’accattone di Pasolini” lo chiamava lui, che sta proprio sotto il Giardino del Guasto.
Lah si apprestava a farne altre di opere ma il destino decise che poteva bastare. Era il 7 novembre 2017. Etta conserva ancora nel computer, come una reliquia, la mail che le scrisse una settimana prima di morire.
Lah che non è morto da tossico. Lah che era un artista, Lah che aveva vinto: “Mi sto facendo curare. Sono in terapia. Oramai sto usando solo metadone. Voglio ricominciare a studiare. Grazie per avermi fatto dipingere”.