Matera è un viaggio nel cuore di pietra di una delle città più antiche del mondo, abitata da circa 10 millenni. Le sue tradizioni si esprimono con mani e genio di artisti e artigiani che danno una forma allo spirito della città.
Di Enrico Caracciolo
L’ITINERARIO – MATERA – BASILICATA
- Punto di partenza e arrivo: Piazza Vittorio Veneto
- Distanza: 3 km
- Dislivello: 71 m
- Durata: una giornata
- Note: Itinerario urbano da effettuarsi a piedi, senza difficoltà, ma per vie secondarie e scalette, per scoprire il cuore dei Sassi. Si richiedono scarpe comode. Per completare l’itinerario basta una mezza giornata.
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HIGHLIGHTS
Materia, Via Bruno Buozzi 89, tel. 0835.311136, www.materia-lab.it Gioielli e oggetti in legno e oro raccontano l’integrazione della natura con la creatività di Lela Campitelli. Materiali poveri come legno e sassi, preziosi come pietre e metalli.
Ceramiche d’Arte, via Bruno Buozzi 162, cell. 338.1555660, FB: Maria Bruna Festa Ceramiche d’Arte. Maria Bruna Festa crea ceramiche artistiche anche con tecnica raku; piatti, tazze, gioielli e creazioni artistiche.
Arte Decorativa, via Bruno Buozzi 79, cell. 320.1839947: lampade, oggetti d’arredo e bigiotteria ricavati dal tufo; sculture, incisioni e utilizzo di vetro e rame di Maristella Darretta. Il tufo non ha segreti per Maristella che trasforma muti blocchi di pietra in creazioni vive. Oggetti d’arredo e monili sono frammenti di Matera e della sensibilità di questa donna minuta e gentile che scrive poesie di tufo.
Studio 59 Art Gallery, via San Pietro Caveoso 59, Studio 59 Art Gallery. Galleria e laboratorio di arte contemporanea che vive sull’ispirazione e la creatività di Angelo Lamacchia dove lui dipinge con l’anima, “inseguendo un ritorno alle origini e alla materia prima, una costante ricerca di materiali anche da riciclare.
Raffaele Pentasuglia, via delle Beccherie 65, cell. 329.4277335. Terrecotte d’autore, lampade e grotteschi personaggi figli della fantasia di Raffaele. Artista della ceramica e della cartapesta, producendo lavori ispirati sia alla tradizione locale che all’illustrazione e al fumetto contemporaneo.
Daciarte, Via San Biagio 17, cell. 328.7959189, Daciarte. Lavori in ceramica e pittura presso il laboratorio di Dacia Capriotti che “inventa” piatti e oggetti, ma anche cucù e pumi. lavora e decora la terracotta con le luci del Mediterraneo che guarda i mondi arabo e nordafricano.
Geppetto, Piazza del Sedile 19, tel. 0835.331857. Marco Brunetti rappresenta probabilmente l’artista materano più raffinato per quanto riguarda l’arte del cucù, una “gallina–fischietto” in terracotta che nel tempo ha avuto diverse funzioni e interpretazioni.
Emporio del Riciclo, via San Vito 32, cell. 329.7953153. Paolo Scozzafava e Giulia De Pace sono gli artisti del riciclo e creano oggetti d’arredo e d’uso comune con materiali destinati alle discariche. Si chiama Emporio del Riciclo, ma sarebbe meglio considerarlo una galleria d’arte, fanno del riutilizzo e della sostenibilità una filosofia che trova concretezza in opere realizzate esclusivamente con materiali di recupero.
INFO UTILI
Dove dormire
Hotel San Giorgio, via Fiorentini 259, tel. 0835.334583, cell. 329.6111995, HOTEL SAN GIORGIO, nel cuore di Sasso Barisano, albergo diffuso con bellissimi ipogei
L’Hotel in Pietra, Via San Giovanni Vecchio 22, tel. 0835.344040, HOTEL IN PIETRA : splendida posizione, ambientato in una chiesa sconsacrata, fascino, semplicità, eleganza, intimità e romanticismo.
Residence San Giovanni Vecchio, via San Giovanni Vecchio 77, tel. 0835.334281, RESIDENCE SAN GIOVANNI VECCHIO: vicinato trasformato in albergo diffuso; semplicità, gusto e design “naturale”. Tranquillità e diretto contatto con la pietra.
Hotel Il Belvedere, via Casalnuovo 133, tel. 0835.311702, , HOTEL BELVEDERE MATERA: camere e colazione con vista strepitosa sulla città, gestione familiare e bellissima cisterna ipogea.
Dove mangiare
Sextantio, via Civita 28, tel.0835.332744, www.sextantio.it, l’intatto ambiente dei Sassi con comodità a 5 stelle, la meraviglia di ambienti e stanze che sono vere e proprie finestre sul passato, prezzi adeguati allo standard, offerte nel sito.
Baccus, vico Santa Cesarea 34, tel. 0835.1880536, www.ristorantebaccus.it: fedeltà alla cucina materana e il talento di Carlo Pozzuoli;
Oi Marì, via Fiorentini 66, tel. 0835.346121, cell. 339.4086680, www.oimari.it: cucina lucana rivisitata con gusto e originalità
Nadì, Via Fiorentini 1/3, tel. 0835.332892, cell. 339.6010828, www.ristorantenadi.com: nel cuore del Sasso Barisano, cucina tipica con strascinati alle cime di rapa
Francesca, Vico Bruno Buozzi 9, tel. 0835.310443: antipasti leggendari e piatti della tradizione rivisitati con gusto e sapienza da Francesca Tambone,
L’Arturo Enogastronomia, Piazza Sedile 15, tel. 0835.330678: panini con prodotti di salumeria tipica lucana; secondo alcuni, i migliori di Matera.
Keiv Cafè, via Bruno Buozzi 184, cell. 339.3364475: piccola ristorazione con piatti tipici;
Visite guidate
Luigi Mazzoccoli, cell. 347.0622542, www.guida-matera.it: guida turistica di Matera e Basilicata, viaggiatore e conoscitore del territorio.
NOTE DI VIAGGIO
Matera è un luogo che ti racconta la vita oltre gli stereotipi e nella sua infinita bellezza “dimostra la possibilità che l’essere umano ha di integrarsi all’ambiente naturale con ingegno e manualità, idee ingegneristiche e artistiche ispirate al recupero di tecniche e saperi”.
Nel Cristo si è fermato a Eboli Carlo Levi raccontava l’ecosistema abitativo di Matera che dalla fine del Settecento iniziò un periodo di decadenza dovuto ad una sempre maggiore antropizzazione della città “naturale” dei Sassi fatta di grotte e grandi cavità usate per secoli come cisterne, poi trasformate in abitazioni dove non c’erano acqua corrente e fognature e dove famiglie sempre più numerose condividevano lo spazio con animali.
C’era un equilibrio ma le condizioni di vita stridevano con un mondo in procinto di grandi cambiamenti. Prima Togliatti, poi De Gasperi spinti dai racconti di Levi andarono a scoprire con i loro occhi com’era l’Italia e Matera senza quel Cristo fermatosi un po’ più a nord. E così il 17 maggio del 1952 la Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi di Matera disegnò una riga netta col passato, costringendo più di 15.000 persone ad abbandonare una città primitiva che Togliatti definì senza mezzi termini “Vergogna nazionale”.
Lo sgombero avvenuto gradualmente termina negli anni ’70. Insieme alla vergogna però viene cancellata una realtà che non tornerà mai più: il vicinato, uno spazio “convissuto” da diverse famiglie dove si condividevano affetti, fatiche, amori, drammi, abbracci e sorrisi, invidie e gelosie. Vita e morte convivevano durante il graduale sgombero terminato nel 1970.
Roberto Linzalone, persona brillante, poeta ironico che gioca con le parole e costruisce tagliente satira, non ha dubbi e vede Matera come immagine della nostra società: “Qui abbiamo fatto un salto mortale, siamo passati dal Paleolitico all’Ansiolitico”.
Diventare capitale europea della cultura crea un’esposizione mediatica enorme, un qualcosa di traumatico per chi ha contribuito alla crescita culturale della città riabitando i Sassi contro legge o scegliendo di vivere e lavorare in un luogo che per tanto tempo è stato simbolo di arretratezza ed emarginazione. L’energia forte del Genius Loci ha attratto soprattutto artisti, liberi pensatori, sognatori ma con i piedi per terra, anzi sui sassi.
DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO
Si parte da piazza Vittorio Veneto con il palazzo del Cine Teatro Comunale, il Palazzo della Prefettura e la chiesa di San Domenico. Al centro della piazza è possibile scendere negli spettacolari ipogei della città, enormi cavità utilizzate in passato come cisterne e neviere. Oltre gli ipogei si trova la chiesa del Mater Domini e un accogliente belvedere impreziosito da tre archi che si affaccia sulla complessità del Sasso Barisano. Dalla piazza si inizia l’itinerario imboccando via San Biagio, una delle più “creative” grazie alla presenza di botteghe di artigianato locale. Dopo poco si raggiunge la piazza con la chiesa di San Giovanni Battista, uno dei gioielli medievali della città che colpisce per la sua splendida facciata. Si continua a camminare lungo via San Biagio e, raggiunta la piazzetta San Biagio, si prende la traversa a destra entrando nel rione San Biagio dove si trovano la chiesa rupestre di San Pietro Barisano e la Casa Cava, due luoghi imperdibili nel viaggio materano. Si prosegue camminando su via D’Addozio dove si gira a sinistra in salita verso il vicino complesso monastico di Sant’Agostino caratterizzato da una imponente facciata tardo-barocca. Molto bello il belvedere che si affaccia sul Sasso Barisano, la Civita è il canyon della Gravina e la Murgia. Da qui si torna su via D’Addozio. Dopo circa 50 mt, di fronte allo slargo con lo studio d’arte di Paola di Serio, sulla sinistra si prende la scalinata che scende nel versante settentrionale del Sasso Barisano, raggiungendo in fondo il punto in cui via Madonna delle Virtù incontra via Sant’Antonio Abate (che insieme a via Fiorentini costituisce il principale asse viario del Sasso Barisano). Si attraversa la strada e si prende la scaletta che sale tenendo la destra passando tra il Palazzotto del Casale (sede del segretariato di Matera 2019) e il residence Thymus lungo la via del casale che attraversa vicinato del Casale parallelamente alla via Sant’Antonio Abate che rimane alla nostra destra. Sulla sinistra in alto si può vedere la Torre Metellana (XI sec), uno dei residui delle fortificazioni normanne della Civita. Si prosegue su via Fiorentini costeggiando il ristorante Le Botteghe (sulla sinistra) e l’Hotel San Giorgio (sulla destra) e poi il la laboratorio della famiglia Rizzi “I Sassi in miniatura”. Si continua su via Sette Dolori imboccando le scale che si incuneano nel cuore del Sasso Barisano. Passati sotto l’arcata di un palazzo (sede de “La Scaletta” e della “Grafica Sette Dolori”) si incontra sulla sinistra la breve deviazione per il Recinto II Paradiso, verso il complesso rupestre di San Giorgio con gli ipogei che comprendono la chiesa, la cantina e la statua del santo (per la visita contattare l’hotel San Giorgio). Via Sette Dolori prosegue in salita seguendo la scalinata che passa davanti al ristorante Agriristories. Di fronte al locale La Cola-Cola l’itinerario prosegue a sinistra in salita fino ai gradoni Sant’Antonio che passando sotto un arco sbucano in piazza Sedile, luogo simbolo della città dove si trova il cinquecentesco Palazzo del Sedile, ex sede municipale che oggi ospita il Conservatorio Nazionale “Egidio Romualdo Duni”. Le statue di terracotta ai lati del grande arco rappresentano le virtù cardinali del buon governo: giustizia, forza, prudenza, temperanza; mentre le due statue fra i torrini rococò sono i santi patroni della città: Sant’Eustacchio e Maria Santissima della Bruna. Da qui conviene effettuare una breve deviazione in via delle Beccherie che ospita tante botteghe artigianali molto interessanti. L’itinerario prosegue sulla sinistra lungo via Duomo che poco dopo offre una spettacolare sul Sasso Barisano. Si passa sotto la Porta di Suso che nel Medioevo costituiva la principale porta di accesso alla città, l’antica Civita dominata dalla Cattedrale. Da non perdere un altro bellissimo affaccio sulla complessità del Sasso Barisano dal sagrato della Cattedrale che ovviamente merita una visita. Dalla piazza Duomo si costeggia la Cattedrale arrivando ad imboccare via San Potito dove si seguono le indicazioni per il MUSMA e Casa Noha. Oltrepassato il passaggio coperto si prosegue dritti (non imboccare sulla destra via Muro). Raggiunto uno slargo, anziché continuare diritto si piega a destra verso il Recinto I San Giacomo e imboccando via San Giacomo seguendo le frecce per il MUSMA lungo una scalinata in discesa. Dopo un passaggio coperto si raggiunge uno dei punti panoramici più belli della città con una vista che spazia dal Parco della Murgia Timone con le chiese rupestri e poi il rione Casalnuovo, il Sasso Caveoso con le chiese di rupestri di Santa Maria di Idris e San Giovanni in Monterrone e la chiesa di San Pietro Caveoso in bella posizione sul canyon della Gravina. Da questo momento seguendo via San Giacomo si procede facilmente in discesa confluendo in via Muro: questa parte del Sasso Caveoso è nota per aver ospitato le scene della via Crucis nel film “The Passion” di Mel Gibson. L’itinerario prosegue lungo via Muro che si snoda fino a raggiungere via Bruno Buozzi, strada principale del Sasso Caveoso, dove si piega a sinistra fino a raggiungere la chiesa di San Pietro Caveoso, altro punto panoramico sulla Gravina e la città. Passando sotto l’arco adiacente alla chiesa si imbocca il vico Solitario entrando nel rione Malve, passando di fronte alla Casa Grotta che merita senz’altro una visita. Subito dopo, sulla destra, una scalinata conduce alla chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve: alla destra dell’ingresso c’è una scalinata scavata nella roccia che porta alla necropoli altomedievale, in pratica il tetto della chiesa di Santa Lucia . Ci troviamo nel cuore del rione Malve e lasciando il cimitero sulla sinistra, proseguiamo sulla destra scendendo le scalette (itinerario Via Crucis. Stazione XI) arrivando nel bel vicinato. Si attraversa ortogonalmente via Bruno Buozzi e si risale verso il sito per la raccolta acque del Paolombaro. Da qui si continua a sinistra tornando con una scalinata su via Bruno Buozzi che si segue in salita fino all’incrocio a T con via Casalnuovo dove si piega a destra verso il belvedere di Piazza Pascoli, nei pressi del Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna. Straordinario da questo punto il panorama sul Sasso Caveoso. L’itinerario prosegue ora nella parte della città denominata “Il Piano” lungo l’elegante via Ridola, cuore pulsante ed elegante della vita cittadina. Oltrepassati il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” e la chiesa di Santa Chiara si arriva davanti alla chiesa del Purgatorio con la facciata tardobarocca impreziosita da simbologie allegoriche sul tema della morte (fiamme che avvolgono anime penitenti, scheletri affiancati a un’anima dannata, tibie e teschi). In breve si raggiunge la monumentale piazza San Francesco con l’omonima chiesa di San Francesco d’Assisi anch’essa con la facciata tardobarocca la cui prima costruzione risale al XIII secolo. La parte finale del viaggio urbano si dirige verso la piazza Vittorio Veneto dove si chiude l’itinerario.