Musica, musica e ancora musica: con novembre prende il via “Arezzo Classica” la stagione concertistica 2018-2019, dedicata alla musica sinfonica e da camera. Il cartellone, voluto da Comune di Arezzo insieme alla Fondazione Guido d’Arezzo e realizzato in collaborazione con CaMu – Casa della Musica di Arezzo (un progetto della Scuola della Musica di Fiesole), propone 7 spettacoli che da novembre 2018 a aprile 2019 porteranno nella città toscana alcuni dei più acclarati interpreti per un viaggio all’insegna delle emozioni. “L’eccellenza del panorama musicale nazionale ed internazionale – commenta Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo e presidente della Fondazione Guido d’Arezzo – sceglie Arezzo come proprio palcoscenico e di questo la città non può che essere orgogliosa. La stagione concertistica che sta per cominciare conferma il lavoro prezioso svolto dall’ufficio cultura del Comune prima e dalla Fondazione Guido d’Arezzo adesso, che negli ultimi due anni ha portato nel nostro teatro Petrarca e, open air, nel nostro anfiteatro romano, eventi davvero prestigiosi, sanciti tutti da un grande successo”. Il sipario su Arezzo Classica si alzerà venerdì 16 novembre alle ore 21 al Teatro Petrarca con un appuntamento che si preannuncia imperdibile. L’Orchestra Sinfonica di Sanremo, sotto la direzione di Massimiliano Piccioli, propone al Teatro Petrarca (16 novembre, ore 21) il Concerto in re minore per due violini e orchestra BWV 1043 di Johann Sebastian Bach e la versione per orchestra d’archi del Quartetto in do maggiore op. 19 di Ferruccio Busoni. Solisti per il concerto bachiano saranno Cristiano Rossi, violinista dalla prestigiosa attività sui palcoscenici internazionali e Marco Bigarelli, primo violino del complesso ligure.
Nel secondo concerto (Teatro Petrarca, 2 dicembre, ore 19) la magia della scrittura musicale per il cinema si offre all’ascolto dal vivo grazie a Gli Archi di Santa Cecilia, all’oboista Paolo Pollastri ed al violoncellista e direttore Luigi Piovano. Tutti insieme saranno interpreti del Concerto per archi di Nino Rota, della versione per violoncello ed orchestra d’archi della colonna sonora che Ennio Morricone scrisse per il celebre sceneggiato televisivo Mosè (1974); sempre di Morricone ascolteremo anche lo struggente tema Gabriel’s oboe dal film Mission (1986); non poteva mancare la musica di Nicola Piovani, che in Buongiorno Principessa da La vita è bella (1997) ha colto uno dei successi più smaglianti della sua intensa attività compositiva per il cinema.
Il 27 gennaio (Teatro Petrarca, ore 17) avremo l’onore di ritrovare Bruno Canino, inarrivabile camerista al fianco dei più grandi interpreti da oltre mezzo secolo, stavolta insieme ai giovani musicisti del Quartetto Adorno, complesso nato nel 2015 ma già ben inserito nel circuito dei concerti grazie all’affermazione in importanti competizioni internazionali; alle intime sonorità del Quartetto in sol minore op. 10 di Debussy seguirà l’imponente costruzione brahmsiana del Quintetto in fa minore per pianoforte e archi op. 34a.
Sempre al Teatro Petrarca (11 febbraio, ore 21) saranno di scena gli smaglianti strumentisti che compongono l’ensemble I Virtuosi del Teatro alla Scala, impegnati insieme alla spalla dei violoncelli Sandro Laffranchini in un programma di aurea classicità che accosta Haydn, Mozart e Boccherini. L’appuntamento successivo è per domenica 24 febbraio alle 18 nell’intimità della Casa della Musica (Palazzo della Fraternita dei Laici, piazza Grande), con le Sonate di Brahms per violino e pianoforte, cimento esecutivo di due cameristi di grande esperienza quali il violinista Christophe Giovaninetti ed il pianista Tiziano Mealli. Sarà ancora la Casa della Musica ad ospitare il concerto del 22 marzo (ore 21), nel quale il Quartetto Felix, giovane ed interessante ensemble di archi e pianoforte, propone due lavori del pieno romanticismo strumentale: il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47 di Robert Schumann ed il Quartetto in sol minore op. 25 di Johannes Brahms. Per l’ultimo concerto (17 aprile, ore 21) il Teatro Petrarca accoglie la violinista Isabelle Faust, la cui celebrata attività internazionale non necessita certo di presentazioni: la musicista tedesca propone al pubblico aretino la sua esegesi interpretativa della scrittura bachiana, con l’esecuzione integrale delle Sonate e Partite per violino solo.