Ad un ora da Milano, nel bel mezzo della Franciacorta, sorge Gussago, una cittadina di circa 16.000 abitanti nella quale passare una bella giornata, e perché no, anche un weekend tra colline ricoperte da viti, sentieri facili e ben segnalati, chiese e palazzi antichi.

Un pò di storia

Risalente all’epoca romana quando questa parte di territorio faceva parte della Brixia ( nome originario della città di Brescia) si ritiene che qui passasse una strada romana che collegava le due città di Brescia e Bergamo.

Nel corso dei secoli, Gussago fu coinvolta in vari eventi storici e subì diverse dominazioni. Durante il periodo medievale, il territorio di Gussago passò sotto il controllo di diverse famiglie nobiliari, tra cui i Malaspina, i Celeri e i Martinengo. Questi ultimi furono nel 13 sec. coloro che costruirono il castello di Gussago che divenne un importante punto di difesa tutto il territorio circostante.

Nei secoli successivi, ebbe alti e bassi dovuti alle lotte di potere tra le città della Lombardia; ed ancora nel XV secolo fu coinvolta anche nella lotta fra la repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano subendo diverse distruzioni e ricostruzioni sino a passare sotto la Serenissima.

Gussago fu così confermata come centro amministrativo di un territorio comprendente altri comuni, molti dei quali oggi sono frazioni,(Ronco, Ome, Cellatica,Castegnato, Rodengo, Provaglio, Valenzano, Saiano, Monticelli, Polaveno, Brione, Provezze) e per la sua fedeltà alla Serenissima beneficiò di molti privilegi fiscali da parte del nuovo governo. Durante il periodo di relativa tranquillità militare sotto Venezia, Gussago continuò la sua vocazione agricola legata alla produzione di “vini e vernacce eccellentissimi” e ai boschi ricchi di legna e di castagni, accanto alla quale si andavano via via sviluppando attività di allevamento e quelle artigianali e commerciali. L’importante produzione del salnitro per la polvere da sparo per la Serenissima diede qualche reddito a singoli proprietari ma non alla comunità. Non ci fu dunque mai un vero decollo economico e sociale, anche per la sonnacchiosa inerzia o immobilità del governo veneto.
Durante il 700 ed 800 passa sotto il dominio austriaco. Gli abitanti delle campagne, compresi quelli di Gussago, si adeguano al nuovo governo e non si oppongono al regime, troppo presi dai problemi del quotidiano; la vita economica è legata ancora all’agricoltura, condizionata da periodi sfavorevoli per avverse condizioni climatiche o fluttuazione dei prezzi. Le attività artigianali, soprattutto quelle dei bottai, dei mugnai, dei fabbri ferrai, della produzione di tele e fustagni, seguono l’andamento dell’agricoltura.

Dopo l’Unità d’Italia viene avviata una nuova amministrazione su modello piemontese, con tutti i suoi lati positivi e negativi.  Il comune di Gussago sarà amministrato dagli esponenti della classe liberal-borghese e della nobiltà rurale; la maggior parte della popolazione, non avendo censo e quindi voce in capitolo, rimane estranea alle nuove istituzioni, arrabattandosi tra pellagra e analfabetismo, epidemie di colera e di vaiolo, alluvioni devastanti, crisi agricole per malattie della vite, alti e bassi anche in altre attività produttive e commerciali. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Gussago subì danni a causa dei combattimenti che si svolsero nella zona. Dopo la guerra, la città si riprese e conobbe un periodo di crescita economica e urbanistica.

Oggi, Gussago è una città moderna e fiorente, con numerose attività produttive ed è un territorio che ha avuto anche periodi di crescita dovuta anche a fenomeni di mobilità dai paesi vicini e dalla città, soprattutto per la vicinanza alla stessa, la presenza di servizi, la bella posizione ed il verde circostante e che conserva comunque il suo fascino storico.

COSA VEDERE

Il Castello di Gussago, per tutti la Santissima.

La Santissima è il simbolo è il cuore di Gussago, dei suoi cittadini ma anche per tutti coloro che tornano da lontano.

CREDITO @Tabacchini

Si trova sulla sommità del monte Barbisone che domina l’abitato di Gussago; molto amata dai locali, è un luogo suggestivo dove poter passare una giornata tranquilla, un’esperienza rilassante, si possono osservare gli splendidi panorami sulla Franciacorta e la città di Brescia, davvero a due passi, e nelle giornate più limpide si potranno vedere anche gli Appennini e il Monte Rosa!

La Santissima di Gussago è raggiungibile a piedi con 15 minuti circa di camminata partendo dalla piazza principale del paese attraverso due tre diversi sentieri.

Come vedremo più avanti, oggi  l’edificio è attualmente chiuso per restauri, con apertura straordinaria solo in particolari occasioni. Il parco circostante, invece, è accessibile tutti i giorni, con orario variabile a seconda delle stagioni.

L’esistenza di una chiesa rurale “in monte de Barbisono” nel territorio di Gussago è attestata da un’indulgenza emanata nel 1460 da Papa Pio II “pro loco Trinitatis Gussagi” informato che, i Gussaghesi si erano messi all’opera per restaurare la piccola chiesa posta sul colle. Si tratta di una “chiesa civica” di antico giurispatronato nata fuori dall’influenza dei grandi poteri monastici.

Sul finire del 1400 viene affidata all’ordine dei frati Domenicani che costruirono il convento e i locali per i contadini. Per più di tre secoli il convento gussaghese ha avuto la funzione di presenza religiosa e di centro di rifornimento per il convento della città. Molto probabilmente, e co è confermato dai vari ritrovamenti, i domenicani ampliarono quello che era stato un edificio romanico, innestando sul vecchio edificio una nuova copertura a crociera, in tre campate determinanti cosi spazi per cappelle laterali.

In seguito alla rivoluzione del 1797, nella quale Brescia si staccò dalla Serenissima, il convento venne assegnato all’ospedale maggiore di Brescia. La Santissima viene poi messa in vendita e passa di mano in mano sino a giungere al 1857, quando venne acquistata dal nobile Paolo Richiedei, mecenate di artisti e letterati. Per parecchi anni il “castello” fu lasciato in uso di abitazione all’artista Angelo Inganni e a sua moglie Amanzia Guerilot. Essi decorarono la struttura esternamente ed internamente, traendo da questo luogo, l’ispirazione per la loro pittura paesaggistica. La Santissima rientra nella gestione dell’ingente patrimonio del Paolo Richiedei, il quale con il suo testamento del 1860 lega il castello all’Opera Pia Richiedei, disponendo l’edificazione di un “Ospedale” e di una “Casa di Ricovero”, a Gussago, ai piedi della Santissima.

Durante la guerra, l’immobile ha ospitato famiglie di sfollati e poi fino al 1965 fu occupato da famiglie di piccoli agricoltori, che divisero le sale con tramezze e ridussero la chiesa a deposito di fieno e arnesi e per un periodo vi allevarono animali. Lo stabile è rimasto poi abbandonato per molti anni.

Solo nel 1990-91, su sollecitazione della Soprintendenza, si è riparato il tetto crollato e consolidata la struttura. Negli anni successivi si è provveduto ad illuminare il sito, e questo ha reso visibile la Santissima da tutto il territorio. Nel 2003 hanno inaugurato il Periplo ai piedi della Santissima,  facendo così l’antica tradizione di Pasquetta con la fruizione di migliaia di persone sui prati circostanti e nel 2006 è stato istituito il Parco della Santissima con punti di sosta e punti panoramici che permettono di godere il paesaggio che si apre sulla Franciacorta e passeggiare a pochi metri dal “castello”.

Nel 2010 il Comune di Gussago diventa proprietario del sito. Da alcuni anni viene tenuto in ordine dal Gruppo Sentieri Gussago Volontari Protezione Civile che si occupa anche della pulizia e della manutenzione del Parco. Dall’ottobre 2016 i volontari del Gruppo Sentieri, sotto la guida di operatori esperti, hanno iniziato il lavoro di ricostruzione degli antichi muri a secco del parco esterno al fabbricato, riportando alla luce i due bastioni in pietra che ora sono illuminati con luci a led, il ripristino dei terrazzamenti e dei muri a secco, e il reimpianto delle viti, la collina risulta ordinata ed accogliente.

Approfitto di questo articolo per ringraziare Agostino Dellafiore guida artistica preziosissima nel racconto storico del luogo ed il Volontario Giancarlo Marchina che ha saputo trasmettermi, con orgoglio, tutto l’amore che i cittadini di Gussago hanno per questo incantevole luogo.

CREDITO @Tabacchini

La chiesa si presenta come un’elegante aula a tre campate con volte a crociera desinente in un piccolo presbiterio ricoperto da una volta a botte e affiancato da due cappellette di chiara struttura architettonica del primo Cinquecento. In questa porzione del fabbricato non sono più presenti gli infissi, e la copertura che è stata oggetto di intervento negli anni ‘90 necessita di rifacimento e miglioramento sismico. Il portichetto anteriore è da recuperare soprattutto dal punto di vista strutturale, in quanto risulta gravemente compromessa. Anche gli edifici a nord addossati al portichetto e alla navata, che necessitano di interventi saranno propedeutici al funzionamento della sala polifunzionale che si vuole realizzare. Gli affreschi del presbiterio, attribuibili a Paolo da Cailina il Giovane (1520-1530), risultano nel complesso leggibili essendo riparati da una parete in muratura con porta blindata, ma necessitano anch’essi di un restauro importante.

Oggi, questo sito di straordinaria importanza storico-artistica per il territorio è anche oggetto di un’importante opera di ristrutturazione alla quale è possibile contribuire con l’Art Bonus creato dal Ministero della Cultura italiano, e attraverso il quale anche i privati cittadini, gli enti non commerciali e le imprese possono effettuare erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano usufruendo di un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato. L’intervento andrà a valorizzare la struttura facendola diventare una location polifunzionale per eventi, mostre e conferenze con inaugurazione ufficiale prevista per l’autunno.

Maggiori dettagli per sostenere La Santissima sono disponibili qui

La Pieve di Santa Maria

La Pieve di Santa Maria (sec. VIII – XV) è situata in uno dei nuclei abitati di più antica origine del territorio di Gussago, sul percorso della strada romana tra Val Trompia e Franciacorta. La Pieve fu il primo centro dell’organizzazione civile e religiosa della comunità gussaghese e dipendeva dal monastero benedettino di Leno. Preziosa nel verde del sagrato, la struttura attuale della chiesa è databile al 1470, riedificata su precedente edificio religioso di epoca longobarda, di cui custodisce uno straordinario reperto artistico.

CREDITO @Tabacchini

Nella Pieve infatti è conservato il sarcofago incompleto di un guerriero d’alto rango dell’VIII secolo, più famoso come “pulpito di Maviorano”; le lastre longobarde riportano in splendida sintesi raffigurazioni della cultura longobarda fusasi con la religione cristiana. Nel bassorilievo longobardo vediamo il pavone come simbolo di immortalità, l’aquila è la sapienza, che solleva il serpente, già adorato dai Longobardi; il pesce e l’agnello come simbolo del Cristo, il leone in atto d’umiltà, centrale l’albero della vita che nasce da una rosetta solare; l’uva dei tralci evangelici nel becco dei pavoni, simbolo della pienezza di vita e di redenzione.

Numerosi le piazze ed i palazzi che abbelliscono il borgo, fra i quali spicca Palazzo Caprioli che oggi grazie al lavoro di Margherita Barratti si è trasformato in un un centro di ricerca interdisciplinare per la crescita della Persona. Il bellissimo salone ed alcune stanze sono aperte al pubblico in occasione di serate ed eventi culturali. Il resto del palazzo è ancora abitato dalla famiglia.

Palazzo Caprioli_CREDITO @Tabacchini
L’ampio salone di Palazzo Caprioli _CREDITO @Tabacchini
Ma Gussago ed il suo territorio non sono solo arte e cultura. Numerosi i percorsi escursionistici che attraversano il territorio.
Partendo da Cellatica, insieme alla guida naturalistica Fausto, abbiamo preso uno dei sentieri che salgono alla Chiesa di San Rocco. Detta in molti documenti S. Rocco in colle, ha un’inconfondibile struttura con bel campanile a pigna; completato nel XVI secolo è composto in realtà da due parti chiaramente di due epoche diverse, la più antica sicuramente edificata nel 1400.Tempio voluto dalla comunità di Gussago per impetrare protezione dal Santo dalla peste, fu sempre al centro di particolare costante devozione.
All’interno è possibile ammirare la pala sull’altare raffigurante la Madonna in gloria con il Bambino con in basso S. Rocco in abito da pellegrino,  S. Antonio da Padova a sinistra  e a destra S. Caterina d’Alessandria con la ruota del suo martirio.
La chiesa di San Rocco_CREDITO @Tabacchini

Continuando il cammino attraverso boschi e terrazzamenti siamo arrivati al Santuario della Stella dal cui sagrato  cui si gode una bellissima vista sulla città, sulla pianura padana e sulla Franciacorta ;

La storia di questo santuario parte da una leggenda popolare molto antica. Si narra che il 31 maggio del 1536, la Madonna sia apparsa ad un pastore sordomuto di Gardone Val Trompia, intento a pascolare le pecore nei colli tra San Vigilio e Cellatica.
Il pastore ricevette dalla Madonna l’ordine di invitare gli abitanti dei paesi circostanti a dedicarle un luogo di culto in quel luogo, e come ricompensa riacquistò l’uso della parola.

Il Santuario della Madonna della Stella a Cellatico

Il Santuario ospita al suo interno preziose testimonianze artistiche tra cui la Madonna con bambino del Romanino (1536 – 1538) e il Ritratto di San Carlo Borromeo di Grazio Cossali (1612). Da notare al centro del pavimento il luogo dove secondo la leggenda la Madonna al sordomuto, restituendogli la parola in cambio della promessa di erigere in questo luogo un edificio cristiano. Sull’esterno degna di nota la statua bronzea di Papa Paolo VI, benedetta nel 1982 da Papa Giovanni Paolo VI durante la sua visita a Brescia.

 

Scendendo verso Ronco,  abbiamo potuto fare una  tappa ristoro nella Salumeria  da Bianca e Bruna, dove la signora Maria Luisella oltre a timbrarci la Credenziale del cammino (è il documento che identifica il tuo status di camminatore), ci ha offerto anche un sacchetto ristoro, un sorriso ed un entusiasmo per il quale val la pena ripetere la passeggiata fatta! Noi abbiamo fatto in senso contrario, anche un pezzo del sentiero delle Croci (che in realtà parte Casaglio di Gussago e sale al Santuario della Stella).

Realizzato nel 2002, da un’idea di Candida Gottardi, il percorso rappresenta una moderna “Via Crucis” realizzata interamente da artisti gussaghesi. 15 le soste previste e per 14 di esse gli artisti hanno utilizzato un opera utilizzando solo due traversine di legno di rovere ( quelle utilizzate per realizzare i binari, ciascuna lunga due metri) impregnate di catramina per resistere alle intemperie. Solo per l’opera che fa  da segnavia al “Sentiero” si è consentito l’aggiunta di materiale povero: chiodi, vetro, lamiera, mattonelle. Nient’altro.

I due sentieri si intersecano con “La via delle due sorelle

Ideato dall’Associazione Slow Ride Italy e sostenuta dai Comuni e dalle Province di Bergamo e di Brescia, è un cammino a tappe di 130 km che collega Brescia a Bergamo partendo e arrivando in due luoghi simbolo delle città e Patrimonio UNESCO: il Complesso Santa Giulia a Brescia e la Città Alta a Bergamo.

Si tratta di un cammino bidirezionale: il viandante può scegliere la città di partenza e raggiungere l’arrivo in 6 tappe, ciascuna nella media dei 20-25 km, quindi con un impegno fisico moderato, in generale inferiore a quello che serve per affrontare per esempio la via Francigena, nella quale le distanze giornaliere superano spesso i 30 km.

Il cammino risponde a requisiti ben precisi:

  • percorso fruibile in sicurezza;
  • percentuale di asfalto non superiore al 40%;
  • servizi al camminatore a ogni tappa;
  • alloggio e ristorazione entro 5 km dalla traccia.

l’itinerario tocca 34 Comuni e si sviluppa in gran parte sull’area collinare delle due province, incrociando antiche vie e altri Cammini. Con la Via delle sorelle si ricompone, sotto le scarpe del viandante, un territorio che fu per quattro secoli dominio della Serenissima, e che quindi è accomunato da elementi culturali omogenei. Percorrendo la traccia da est a ovest, dopo avere lasciato Brescia si incontrano nel territorio della Leonessa Collebeato, Concesio, Cellatica, Gussago, Rodengo Saiano, Ome, Monticelli Brusati, Iseo, Provaglio di Iseo, Corte Franca, Adro, Capriolo, e infine Paratico, dove si oltrepassa il fiume Oglio per entrare nella provincia di Bergamo.

Qui si incontrano i Comuni di Sarnico, Credaro, Villongo, Gandosso, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Chiuduno, Carrobbio degli Angeli, Gorlago, Montello, Costa di Mezzate, Bagnatica, Brusaporto, Albano Sant’Alessandro, San Paolo D’Argon, Torre de’ Roveri, Scanzorosciate, Villa di Serio, Nembro (e la sua frazione Lonno), Alzano Lombardo (frazioni di Brumano, Burro, Olera), Ponteranica, alle porte del capoluogo. Buon cammino!!

Gussago dicevamo è in piena terra di Franciacorta e questo richiama alla mente percorsi enogastronomici spettacolari fra vigneti e cantine che meritano una visita.  Innanzitutto segnalo il prossimo settembre il Gran Gala dello spiedo un momento di festa all’insegna della tradizione e dell’ottima cucina che si terrà in piazza Vittorio Veneto, grazie al Comune di Gussago ed all’associazione dei Ristoratori di Gussago.I ristoranti aderenti oltre a cucinare lo spiedo secondo la tradizione bresciana organizzeranno una vera e propria cena durante la quale sarà possibile gustare prodotti caseari, salumi locali, altre pietanze tipiche della zona il tutto accompagnato da bollicine Franciacorta DOCG.

Senza far torto a nessuno, inifne, cito alcune eccellenze del territorio da me visitate.

Le Cantorie”, azienda a conduzione familiare, tutta al femminile, posta al culmine della collina Casaglio di Gussago, immersa in una splendida vallata fatta di terrazzamenti che sembrano disegnati a mano.

La cantina è sempre aperta, su prenotazione, per visite guidate e degustazioni dei migliori vini abbinati a salumi, formaggi e prodotti tipici,
Inoltre, da aprile a ottobre, in alternativa alle classiche degustazioni in cantina, vengono proposti golosi pic nic in vigna. Si potranno cosi degustare i vini, all’ombra della loro vigna storica “a pergola trentina”, in una posizione strategica, per godervi al massimo il panorama mozzafiato sulla Franciacorta, assaporando la storia e tradizione di questa famiglia.

Le Cantorie – location ideale per cerimonie

Se poi vi piacciono anche i distillati, arrivate e visitate La Distilleria Peroni Maddalena (la distilleria appartiene alla famiglia Andreoli ma il nome è quello della mamma).Da sempre la famiglia  assicura l’utilizzo di vinacce scelte nei vigneti più rappresentativi soprattutto per i monovitigni della Franciacorta e per il Lugana, Amarone, Pinot e Chardonnay. Queste vinacce sono sottoposte a distillazione con il metodo d iscontinuo a caldaiette in rame a vapore e superano accurati controlli nel rispetto di precisi parametri organolettici.

Una delle tante pareti piene di premi vinti dalla Distilleria

Antichi alambicchi e moderni procedimenti si intrecciano alla ricerca di prodotti unici, dai profumi intensi, dai floreali agli agrumati ai speziati, dai timidi vegetali sino alla pasticceria. Ambiente, vitigno e tecnologie agiscono secondo un mix singolare generato dalla sensibilità dei grappaioli Peroni Maddalena. Di fatto con la loro attività e la loro passione la famiglia Andreoli  salvaguarda la  propria terra, le sue tradizioni ed anche l’ambiente.
Per chi volesse approfondire https://distillerieperoni.it.

 

a cura di Ugo Cisternino