Vivere in una città di mare è da molti considerato un privilegio, probabilmente a ragione, tanto che da ragazzo non ho mai particolarmente desiderato andare altrove per le mie vacanze.

Più che la sabbia di Tirrenia o gli stabilimenti balneari cittadini, il mio mare erano “gli scogli di Calafuria”, lungo quel tratto dell’Aurelia che da Livorno si dipana verso sud, che nei primi anni ’60 era stato scenario della tragica scena conclusiva del film “Il sorpasso” con Vittorio Gassman, e che raggiungevamo quasi quotidianamente in motorino da fine aprile fino a tutto settembre.

Pochi chilometri di costa altamente spettacolari, sia nelle giornate terse in cui all’orizzonte si stagliano nitidamente Gorgona, Capraia e finanche Elba e Corsica, che quando c’è tempesta e il libeccio provoca violente e spettacolari mareggiate.

Qui non ci sono aree attrezzate, non si paga l’ingresso, e se vuoi ombrellone e sdraio li devi portare da casa: ed è proprio questo spirito di libertà ad animare i frequentatori delle scogliere.

Adesso che vivo al nord, quando penso al mare di Livorno avverto una sorta di “saudade” probabilmente legata alla mancanza del “salmastro”, e bramo all’idea del mio prossimo pensionamento, quando potrò tornare stabilmente nella mia città.

NOTE Il litorale a sud di Livorno, lungo la SS 1 Aurelia dalla località “Maroccone” fino a Quercianella è un’ampia scogliera ad accesso libero, meta di autoctoni e turisti da primavera ad autunno, ma frequentata anche durante l’inverno, nelle giornate terse in cui all’orizzonte si spazia fino all’isola d’Elba e alla Corsica, o nei giorni in cui il libeccio provoca violente e spettacolari mareggiate.

Si raggiunge in auto o in autobus, la balneazione è libera, in zona si trovano alcuni ristori.

 

di Paolo Filidei

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