Ferrara. Città nobile e rurale, di terra e di acqua, sorta intorno a un guado del fiume Po. Raffinata corte rinascimentale che conserva il fascino umanistico della città ideale. Le sue geometrie invadono le tele di De Chirico.

Nei suoi ampi viali risiede il silenzio metafisico.

di Scilla Nascimbene

Largo Castello

L’ITINERARIO (Bicicletta)

  • Punto di partenza: Porta Paola
  • Punto di arrivo: Piazza della Cattedrale
  • Lunghezza: 7,8 km
  • Dislivello: irrilevante
  • Tempo necessario: circa 40 minuti, escluso soste
  • Fondo stradale: asfaltato 80%, sterrato 20%
  • Difficoltà: percorso adatto a tutti

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HIGHLIGHTS

Murales in Piazza Trento Trieste

Ferrara, capitale del cicloturismo

La provincia di Ferrara è un palcoscenico ideale per gli appassionati di escursioni e vacanze facili in bici in cui è possibile pedalare quasi tutto l’anno, gustandosi l’emozione che il silente procedere della bicicletta è capace di dare, lungo itinerari che diventano veri e propri viaggi nella cultura della città e del suo territorio, tra cui la pista ciclabile Delta Po, una delle ciclovie più lunghe d’Italia, che fa sognare ciclo-viaggiatori provenienti da tutta Europa.

Numerosi itinerari per il cicloturismo partono dal centro di Ferrara, inserita nella rete europea Cities for Cyclists, e si diramano verso il territorio circostante. Dai siti web del cicloturismo sono scaricabili i diversi Roadbooks, disponibili gratuitamente presso gli uffici informazioni di tutta la provincia anche in formato cartaceo, per essere sempre a porta di mano, anzi di manubrio, essendo previsti di pratici fori pensati apposta per essere installati sulle biciclette.

I cicloturisti possono usufruire delle biciclette gratuite presso gli alberghi o recarsi nei vari punti di noleggio e contare su un servizio di navette per il trasporto di bici e bagagli.

I segreti del castello Estense

Nel castello si nascondono storie macabre. Forse fantasmi.

Castello Estense, verso Largo Castello

Quelli di Ugo e Parisina. Non erano che due ragazzini, ma Parisina era stata data in sposa al padre di Ugo, Niccolò III d’Este, molto più anziano di loro. I due portarono avanti segretamente il loro amore proibito, ma furono scoperti e rinchiusi nelle prigioni del Castello.

Niccolò fece catturare e uccidere tutte le donne adultere di Ferrara e, alla fine, toccò a loro. Morirono decapitati sullo stesso ceppo di legno.

Una storia che colpì l’immaginario collettivo e ispirò diversi scrittori e musicisti, tra cui Lord Byron, Gabriele d’Annunzio e Donizetti. Alcune leggende ferraresi, però, narrano di strani lamenti provenienti dalla cella dei due amanti: sarebbero quelli dei fantasmi di Ugo e Parisina e di tutte le donne uccise a causa loro.

Storie di motori

Una targa in Corso Ercole I, posta sulla facciata del Palazzo Gulinelli, ricorda l’incontro tra Ettore Bugatti, un giovane milanese appassionato di cavalli e automobili, e i conti Gulinelli, proprietari della migliore scuderia d’Italia e appassionati di motori.

Le loro reciproche passioni fecero nascere un’amicizia e una collaborazione da cui scaturì il progetto dell’unico modello Bugatti-Gulinelli, provato per la prima volta fra gli sguardi attoniti dei contadini nella campagna, dove i conti avevano la famosa scuderia, dalla quale un giorno uscì a gran velocità un’autovettura che quasi investì un contadino, il quale, riferendosi al pilota, esclamò: “Ma chi è c’l’ imbezil?”.

Alla guida era il Re d’Italia Vittorio Emanuele III che stava provando la nuova automobile, presentata l’anno successivo (1901) al Concorso Eleganza Città di Milano, dove vinse il primo premio, dando inizio al mito della Bugatti.

Un’altra casa automobilistica di prestigio fa parlare di sé a Ferrara, città in cui Ferruccio Lamborghini istituì la prima sede del museo del suo lussuoso marchio. Ferruccio, in realtà, produceva trattori, poiché nella sua famiglia, di origini ferraresi, erano tutti agricoltori.

A 47 anni però, vista la fortuna accumulata, decise di iniziare a costruire lussuose granturismo. Pare che l’idea gli sia venuta dopo un battibecco con Enzo Ferrari, durante il quale quest’ultimo gli avrebbe risposto: “Tu continua a costruire trattori e a me lascia costruire le macchine sportive!”.

La città del silenzio, culla della metafisica

La “deserta bellezza di Ferrara” che ispirò D’Annunzio nei suoi versi Le città del silenzio, immerse in profonde riflessioni il pittore Giorgio De Chirico, giunto nella città nel 1915, durante il servizio militare in seguito allo scoppio del primo conflitto mondiale.

La guerra e i suoi massacri sono esperienze che svuotano l’essere umano, fino a farlo quasi impazzire. Il pittore fu infatti ricoverato presso l’ospedale per malati di nevrosi di guerra e proprio lì conobbe gli artisti Carlo Carrà, Savinio e De Pisis.

Dopo quegli incontri iniziò a chiamare la sua pittura “metafisica”.

Furono proprio i quadri ferraresi, vere e proprie icone della modernità, a esercitare una profonda influenza sia sulla coeva arte italiana, sia su movimenti internazionali.

De Chirico non scelse Ferrara per eleggerla a capitale della metafisica, ma fu piuttosto la città stessa fonte di profonde suggestioni che contribuirono a rendere metafisico il significato senza tempo della sua opera.

La salama da sugo

È il piatto principe della cucina ferrarese, a base di coppa, pancetta, fegato, testa e lingua legate con brandy, vino, cannella e chiodi di garofano. Le sue origini risalgono alla corte estense.

Una leggenda attribuisce il merito della sua diffusione a Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso d’Este che ne fece il piatto forte dei banchetti di corte. L’antica ricetta risale a Cristoforo da Messisburgo, scalco alla corte estense.

INFORMAZIONI UTILI

DOVE DORMIRE

DOVE MANGIARE

SERVZI PER IL CICLISTA

  • Noleggio bici, meccanici, ciclocorrieri, cargo bike, bike service, bike sharing e altri servizi: www.ferrarainbici.it

MAGGIORI INFORMAZIONI

L’ITINERARIO

Partiamo da Porta Paola, uno degli antichi ingressi della città, realizzata nel 1612 e intitolata a Papa Paolo V, allora regnante. Il fabbricato, costruito a scopi militari, assunse la funzione di dazio e di pesa pubblica; oggi è adibito a deposito dell’Ufficio Tributi.

Poche pedalate e imbocchiamo via dei Baluardi, costeggiando le Mura Monumentali, che racchiudono in nove chilometri il cuore della città e sono percorribili sul terrapieno o nel vallo.

Passiamo accanto alla Porta San Pietro, al Baluardo di Sant’Antonio, davanti al quale è stato aperto un passaggio per raggiungere la pista ciclabile sul Po di Volano, e infine al Baluardo dell’Amore, che prende il nome dall’antica porta dell’Amore, non più esistente.

Pedaliamo fino alla Porta Romana o di San Giorgio, in linea con il vecchio ponte che portava alla Chiesa di San Giorgio, prima cattedrale di Ferrara, oltre il Po di Volano.

Barbacane

Oltrepassiamo il Baluardo di San Giorgio, costruito a difesa della Porta di San Giorgio, detto anche Barbacane, dal latino medievale barbacanis, letteralmente “recinto del bestiame”, a indicare un rinforzo murario a scopo difensivo.

Procediamo quindi in leggera discesa lungo un tratto di mura fittamente alberato attorno al grande Baluardo della Montagna o Montagnone, al Torrione di San Giovanni, al Baluardo di San Tommaso e al Baluardo di San Rocco, i cui fianchi arretrati accoglievano le cannoniere.

Raggiungiamo il Lato Est delle mura, dette Mura di Ercole I, fatte costruite dal duca nel 1492: costituiscono il primo esempio di mura moderna, ramparate e bastionate, i cui cannoni sparavano con un sistema di fuoco incrociato.

Costeggiamo il cimitero ebraico, il più antico dell’Emilia Romagna e tutt’ora in uso, nel quale si trova la tomba dello scrittore Giorgio Bassani, con un monumento a lui dedicato, realizzato dallo scultore Arnaldo Pomodoro e dall’architetto Piero Sartogo nel 2003.

Proseguiamo fino al Parco Urbano Giorgio Bassani, dedicato allo scrittore, in un’area a nord della città che forma “l’Addizione Verde”, 1200 ettari di terreno che si estende tra Ferrara e il Po, un tempo territorio di caccia degli Estensi, arrivando alla Porta degli Angeli: l’unico varco di accesso settentrionale del circuito fortificato attorno alla grande “Terranova”.

La tradizione vuole che dalla Porta degli Angeli sia uscito Cesare d’Este, l’ultimo duca di Ferrara quando, nel 1598, la città fu devoluta allo Stato Pontificio e che immediatamente dopo, in ricordo dell’evento, i fornici siano stati tamponati.

Svoltiamo su corso Ercole I d’Este fino ad arrivare alla Chiesa di San Cristoforo alla Certosa che, assieme al chiostro, è parte originaria del monastero, fondato nel 1452 dal Duca Borso d’Este, al quale fu concesso di esservi sepolto, privilegio all’epoca riservato ai soli monaci.

Il cimitero della Certosa ospita anche la tomba di Giovanni Boldini, pittore ferrarese dal successo planetario, morto a Parigi nel 1931, massimo rappresentante del ritratto d’epoca soprattutto femminile dell’alta società aristocratica francese e inglese.

Continuiamo su Corso Ercole I d’Este fino al famoso Quadrivio degli angeli, sul quale si affaccia il Palazzo dei Diamanti, uno degli edifici rinascimentali più celebri al mondo.

Il Palazzo, sede della Pinacoteca Nazionale, fu progettato da Biagio Rossetti per conto di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I d’Este, nel 1492. La sua caratteristica principale è il bugnato esterno a forma di punte di diamante, che dà il nome al palazzo.

I circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa creano pregevoli effetti prospettici grazie alla diversa conformazione delle punte, orientate diversamente a seconda della collocazione, in modo da catturare al meglio la luce, dando un’illusione ottica. Il diamante, simbolo di forza, luce e eternità rievoca la figura del Duca Ercole I.

Proseguendo sul corso Ercole I d’Este, ci appare su largo Castello e in tutta la sua magnificenza il Castello Estense, simbolo della città, fatto edificare nel 1385 dal marchese Niccolò II d’Este.

Dal Castello, attraversando piazza Savonarola, al centro della quale si erge la statua del frate predicatore, raggiungiamo piazza della Cattedrale, con la sua imponente di Chiesa dedicata a San Giorgio, principale luogo di culto cattolico di Ferrara.

Cattedrale di San Giorgio

La Cattedrale, costruita a partire dal XII secolo, presenta all’esterno un complesso connubio tra stile romanico e gotico, mentre il suo interno, rimaneggiato nel corso dei secoli, è prevalentemente di stampo classico.

La fiancata meridionale, lungo la piazza Trento-Trieste, è decorata da due logge con colonnette scolpite: in basso corre la Loggia dei Merciai, occupata da negozi fin dai tempi del Medioevo, mentre volgendo lo sguardo verso l’alto, svetta il campanile rinascimentale in marmo bianco e rosa, opera incompiuta attribuita a Leon Battista Alberti.

NOTE DI VIAGGIO

Fossato del Castello Estense

Niente ciceroni con l’ombrellino in mano o noiose audio-guide nei musei, nello scrigno degli Estensi, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ci si immerge nella storia pedalando, tra il labirinto di viuzze della zona medievale e dei luoghi ebraici, negli ampi viali rinascimentali, in mezzo al verde dei suoi parchi o lungo il perimetro delle mura e la guida ti passa anche a prendere in bicicletta!

Già, perché qui la bicicletta più che un mezzo è un vero e proprio stile di vita.

I cartelli agli ingressi urbani non mentono: Ferrara città delle biciclette, la capitale italiana delle due ruote, in cui l’utilizzo di questo mezzo da parte degli abitanti è addirittura tra i più alti d’Europa e già solo questa cosa fa venire voglia di noleggiarne una per confondersi tra i residenti nel piacere della pedalata.

Secondo una stima, pare che ogni famiglia ferrarese abbia almeno tre biciclette, anche perché mai, quando se ne acquista una nuova, si butta quella vecchia.

Sulle strade la fanno da padroni ciclisti di ogni tipo: signore di una certa età col sacchetto della spesa o il cagnetto nel cestino, uomini distinti in giacca e cravatta, spericolati ragazzini con la testa chissà dove, che affiancano sportivi equipaggiati con ogni accessorio tecnico, ma anche vecchietti curvi che, nonostante l’età, non mollano la loro bicicletta, perché l’importante è iniziare a pedalare, poi basta poco e si va!

Vista dalla Torre dei Leoni