È una terra generosa, la Carnia. Terra di confine, di conflitti e di bellezza quasi struggente. Le sue genti sono forti, a tratti ruvide, nate e cresciute circondate da vette magnifiche, leggendarie.
[…] o noci della Carnia addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l’ombre d’un tempo che fu!“ — Giosuè Carducci, Rime nuove
Siamo nel nord-ovest del Friuli-Venezia Giulia dove è nata, vive e lavora, con dedizione e anima, Cristina Pesamosca che, per mestiere, è proprietaria di un particolare B&B, il Profum di Bosc, a Piano D’Arta (in provincia di Udine) ma che, per passione, è una Carnia Greeter, ovvero, una guida locale che, senza chiedere nulla e senza alcuno scopo di lucro, porta alla scoperta del proprio territorio viaggiatori e clienti, facendo loro scoprire quanto di più vero, meno patinato o scontato, autentico e concreto c’è da vivere e scoprire in Carnia.
Facciamo prima una premessa, doverosa, anche per permettervi di conoscere meglio questo fenomeno non ancora noto ai più.
International Greeter è un’associazione No Profit, istituita a New York nel 1992, dall’idea di un gruppo di persone che voleva far conoscere la Grande Mela da newyorker, da insider, senza i filtri di una guida turistica. Un giro tra amici, insomma. I tour si chiamano Greet (in italiano saluto) e coinvolgono da 1 ad un massimo di 6 persone.
Oggi gli International Greeters sono quasi 3400 sparsi in 126 destinazioni per 33 Nazioni con un totale di oltre 20.000 tour guidati all’attivo.
Bene, i greeters sono arrivati da New York in Carnia e Cristina è una di questi.
L’abbiamo incontrata perché la sua è una storia di passione e di grande attaccamento al proprio territorio. Di amore e rispetto per questo.
Un esempio virtuoso di economia circolare, sostenibile.
“Ho sempre amato viaggiare. E, parallelamente, ho sempre desiderato poter gestire nella mia terra un B&B. Era un mio pallino. Nel 2008 vado in Mongolia e compro una teiera bellissima. Mi sono ripromessa che quello sarebbe stato il primo pezzo da cui avrei realizzato il mio sogno. Il primo tassello. Ed in effetti così è stato. Oggi il mio B&B, Profum di Bosc, è la realizzazione di un progetto di vita condiviso con mio marito e i miei figli: l’espressione di un modo di essere e vivere che mi appartiene”.
Già perché qui, in questa struttura posta nel cuore di Piano d’Arta, ricavata da un antico stavolo (tipica costruzione di montagna di queste zone), si è accolti dal profumo della lavanda e dei saponi naturali che la stessa Cristina produce. E si fa colazione con quanto l’orto dona.
Cristina non sta mai ferma. Alterna la sua passione per la pittura ad acquerello alla realizzazione di prodotti naturali in feltro, alle escursioni in montagna.
“Ma, attenzione, guarda che qui non siamo solo bucolici (me lo dice ridendo). Mio marito ha applicato la domotica al nostro pollaio (avete letto bene!) per automatizzarne il più possibile la gestione con una serie di servizi “operativi” a beneficio nostro e di “wellness” a beneficio dei pennuti!!”.
Così è nato Grand Hotel Eggscelsior dove una bella infrastruttura tiene al sicuro le galline dalle volpi e dalle donnole e custodisce un nido dove possono depositare serenamente le uova. Il pollaio ha anche un sistema per la raccolta dell’acqua piovana e la sua concentrazione in un contenitore cui è collegato fra gli altri l’abbeveratoio per i pennuti.
Vogliamo poi parlare dell’APP studiata dal marito di Cristina, che di nome fa Graziano, che permette di aprire/chiudere la porta del pollaio, accendere/spegnere la luce interna, attivare la musica, controllarne il volume e, per risparmiare energia, disattivare l’amplificatore e la webcam.
Inoltre, l’APP dispone di una interfaccia vocale che impartisce i comandi con la voce, ad esempio dicendo “galline musica rock” si attiva la radio che trasmette musica rock….
Chissà se alle galline di Cristina piacciono i Maneskin….
Così, dalla domotica applicata al pollaio, passiamo ai sentieri di montagna.
Quelli superbi e leggendari che si snodano nei pressi del B&B. Quelli che portano alle malghe, allo Zoncolan. Questa è la terra delle portatrici carniche, dei “Fiori di Roccia”. Di Maria Plozner Mentil, che su questi sentieri cadde colpita da un cecchino il 15 febbraio del 1916.
Le portatrici carniche furono donne che, nel corso della Prima guerra mondiale, operarono lungo il fronte della Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove molto spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini. A loro era stato dato un apposito bracciale rosso con stampato il numero del reparto dal quale dipendevano e percorrevano anche più di 1000 metri di dislivello portando sulle spalle gerle di 30–40 kg. Ogni viaggio veniva loro pagato una lira e cinquanta centesimi, pari a 3,50 euro. La loro età variava dai 15 ai 60 anni…
Fiori di roccia, appunto. Come ancora lo sono molte delle donne di questa terra. Cristina porta i suoi ospiti su questi sentieri, in percorsi che hanno un potere magico e benefico.
“Saliamo su alle malghe, ci fermiamo a mangiare la ricotta calda di Sedòn, ad assaggiare formaggi e miele. Invitiamo i nostri amici ospiti a fare con noi Forest Bathing che qui ha un significato vero, non ha finalità di marketing”.
Cristina, con l’amica Daniela, accompagna in un percorso che si chiama, infatti, Abbraccio con la natura: “assaggiamo prodotti locali, ci fermiamo a chiacchierare con la gente del posto, raccogliamo foglie, pigne, sassi e realizziamo piccoli mandala. Il nostro tour dura massimo 3 ore ma si torna rigenerati e felici”.
I montagna greeters di Carnia sono circa 15, tutti volontari. C’è Daniela, appunto, che con Cristina conduce all’Abbraccio con la natura o Bruno, ex direttore didattico, che conosce alla perfezione tutte le piante e gli animali di questi luoghi. Propongono ogni sabato un tratto del Cammino delle Pievi che si svolge in 20 tappe, partono anche solo con 2 persone (che devono pagare una quota assicurativa e nulla di più: nemmeno una mancia è richiesta o dovuta) e camminano verso lo Zoncolan o le alture che circondano questa bassa valle incontaminata.
E’ un modo bello per entrate in contatto con l’anima di un territorio.
Soprattutto quando si tratta di un territorio di montagna. Perché più ostico, chiuso, geloso delle proprie tradizioni. Come le sue genti. Ma con le giuste persone che ti prendono per mano e ti conducono al suo interno, si rivela un mondo fantastico e diverso.
Qui in Carnia è possibile. Anche grazie a persone come Cristina e i suoi greeters che hanno ben compreso come la montagna non debba sempre necessariamente segnare un’impresa ma anche solo rigenerare e appagare.
I Greeter di Montagna di Carnia li trovate qui: www.carniagreeters.it
A.M.