Ritorno alle origini

Pensandoci bene, non voglio andare lontano: da buona ‘expat’ ritorno alle origini, alle passeggiate nei boschi non lontano da casa, quelle passeggiate che, forzata a fare dai miei genitori, solo di recente hanno cessato di provocarmi malumori per lasciare spazio alla rivalutazione di località dell’Alto-Adige sconosciute.

Non arrivo da ridenti località montane all’ombra delle Dolomiti ma da una piccola città a sud di Bolzano, quasi una propaggine del Capoluogo atesino, assolutamente priva del fascino stereotipato (mi perdonino gli ex compaesani) delle mete turistiche sudtirolesi.

Che gode però di magnifici dintorni boschivi avviluppati attorno al Rio Vallarsa e a pendici porfiriche.

Non stupisce che su questo piccolo altopiano boschivo, alla fine dell’XI secolo, i signori di Lichtenstein ersero la propria dimora – un castello poi distrutto nel XII secolo da Mainardo II Conte di Tirolo – e una piccola cappella in stile romanico intitolata a San Pietro, ma conosciuta da tutti come Peterköfele, simbolo del comune di Laives, tanto da essere riportata sullo stemma in forma stilizzata.

Per raggiungere il Peterköfele si percorre un antico sentiero ancora in parte lastricato da quelle stesse pietre che nel Medioevo portavano al castello e che costituisce un tratto di un antico pellegrinaggio ancora oggi molto frequentato.

La breve escursione, di circa un’ora, ha inizio nel centro di Laives, per poi svoltare a destra nella Val Branten sul sentiero 1 e, sempre a destra, ricongiungersi al sentiero di pellegrinaggio Santuario di Pietralba sino alla pieve.

Il ritorno avviene lungo lo stesso percorso oppure risalendo più a monte per ridiscendere per un tratto lungo le rive del Rio Vallarsa.

La passeggiata è in leggero dislivello, ma non troppo lunga, e l’arrivo al Peterköfele ha un ché di magico. Un luogo così silenzioso laddove un tempo il rumore della vita a castello predominava sulla quiete.

Immerso in boschi rigogliosi poi improvvisamente aperti alla valle sottostante, con una vista che spazia sui paesi e sui meleti sino a infrangersi sulle montagne prospicienti.

Viorica Fait – Torino

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