Da sempre le montagne sono la dimora di spiriti e divinità, mete di pellegrinaggio e luoghi sacri dove l’uomo può entrare in contatto con una dimensione spirituale profonda: l’Olimpo di Zeus, il monte Meru degli induisti, il Fuji nella tradizione giapponese, il biblico Sinai, luogo sacro per la religione cristiana, islamica ed ebraica. Con le vette nascoste tra le nubi, quasi a sfiorare il cielo, i fianchi scoscesi e gli angoli remoti, non stupisce che le montagne siano avvolte da miti e leggende. 

Anche il Triglav, la montagna più alta della Slovenia e monumento nazionale, non è da meno: attorno a questa vetta di 2864 metri aleggia l’antico mito dello Zlatorog, il camoscio dalle corna d’oro. Scopriamo insieme questa affascinante leggenda, così importante nel folklore collettivo da essere raffigurata sull’etichetta della Lasko, una delle più note birre slovene, e in una statua sulle sponde del lago Bohinj.

©Alberto Campanile

La leggenda dello Zlatorog, il camoscio dalle corna d’oro

La leggenda racconta che la Valle dei laghi nei dintorni del Triglav, oggi brulla e aspra, un tempo era verdissima e abitata da esseri magici. Qui vivevano le dame bianche, delle fate buone sempre pronte ad aiutare gli uomini nel momento del bisogno, e il mitico camoscio Zlatorog, famoso per le sue corna dorate, chiave di un tesoro nascosto. Ogni volta che veniva ferito, il sangue di Zlatorog faceva crescere le rose del Triglav, di cui poteva nutrirsi per riacquistare subito energia: per questo il camoscio era imbattibile.

Come spesso accade nelle leggende popolari, fu l’amore a rompere gli equilibri. Un povero cacciatore della valle, innamorato della figlia della locandiera, decise di dimostrare il suo amore alla giovane portandole il tesoro segreto di Zlatorog. Il cacciatore partì alla volta del Triglav e sparò a Zlatorog; il camoscio, ferito, riuscì a riprendersi grazie ai fiori del Triglav e a fuggire sui ripidi pendii della montagna. Il giovane, accecato dall’amore, si lanciò nell’inseguimento della creatura, finchè arrivò l’alba e il sole illuminò le corna dorate di Zlatorog: la luce fu così forte che il cacciatore rimase abbagliato per un attimo, perse l’equilibrio e precipitò in una gola. 

Furioso per il tradimento, Zlatorog corse lungo la Valle dei laghi calpestando la terra con tutte le sue forze, riducendola a un ammasso di pietre. Poi abbandonò per sempre la terra. La figlia della locandiera attese a lungo il suo innamorato, ma nemmeno lui fece più ritorno in paese. Nessuno riuscì a impossessarsi del tesoro nascosto.

Sul numero 282 (luglio 2020) di Itinerari e Luoghi, disponibile in edicola e online, trovate maggiori informazioni, curiosità e un itinerario dedicato al Parco Nazionale del Triglav e il lago Bohinj in Slovenia.
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