Remota e selvaggia, Capraia si incontra dopo 2 ore e 45 minuti di traversata in mare aperto. La terza isola per estensione dell’Arcipelago Toscano è parte della provincia di Livorno, anche se è più vicina alla costa della Corsica che a quella toscana. Ma la verità è che Capraia non appartiene a nessuno se non al mare e alla natura.

Scogliere a picco, rocce suggestive modellate dal vento, cale nascoste, monti, colline e macchia mediterranea: l’isola è un paradiso naturale da scoprire a piedi, seguendo gli antichi sentieri e le mulattiere. Qui abbiamo scelto per voi tre affascinanti percorsi trekking che regalano grandi emozioni, scorci indimenticabili e panorami mozzafiato.

Sentiero del Reganico

Partendo dal centro del paese, il sentiero del Reganico è un percorso ad anello, tanto semplice quanto affascinante. Tornato percorribile grazie al progetto “Un’isola per le scuole”, pensato per promuovere il rispetto dell’ambiente, il sentiero riprende un tratto dell’antica viabilità di Capraia. Lungo il cammino ci si immerge nella macchia mediterranea, tra i colori e i profumi di erba gatta, rosmarino, mirto, lavanda e licheni, fino a incontrare la Cala dello Zurletto, incastonata tra rosse rocce vulcaniche. Una volta arrivati in zona Elibase, vi consigliamo la deviazione per la Torretta del Bagno, per una sosta sugli scogli. 

Anello dello Zenobito

Il sentiero perduto dello Zenobito è una delle vie più antiche e suggestive dell’isola. Porta alla Torre dello Zenobito, sull’estrema punta sud di Capraia, e si pensa che sia stato utilizzato proprio per la sua costruzione nel 1545. È un trekking piuttosto impegnativo della durata di 6 ore (a/r): vi consigliamo di partire la mattina presto e godere di tutta la giornata. Partendo dall’Azienda Agricola della Piana si cammina lungo la costa est dell’isola, tra sali e scendi immersi nella macchia mediterranea. Si chiude l’anello con il sentiero dell’Arpagna, così da percorrere buona parte di Capraia a piedi. 

Aghiale e Punta del Dattero

© Gian Luca Boetti

Meno impegnativo dell’anello dello Zenobito, il cammino per la Punta del Dattero è ricco di storia. Si parte dalla chiesa dell’Assunta al Porto e si segue la vecchia strada che portava al carcere, ritrovandosi all’improvviso tra i resti delle celle e degli alloggi per le guardie della Colonia Penale. Alle meraviglie naturali, si aggiunge quindi quel fascino unico dei luoghi desueti, abbandonati. Si prosegue tra le rovine dell’Aghiale, ex complesso detentivo, e di Portovecchio, fino a godere del panorama su Cala della Mortola dai ruderi del Semaforo del Monte Capo. Consigliamo la deviazione fino alla Torre delle Barbici, a picco sul mare di Punta della Teglia; oppure potete prendere direttamente il sentiero per Punta del Dattero, balcone a picco sulla costa da cui si vede anche la Corsica. 

Sul numero 280 (maggio 2020) di Itinerari e Luoghi, disponibile in edicola e online, trovate maggiori informazioni, curiosità e un itinerario dedicato all’isola di Capraia.
Qui trovate invece tutti i nostri consigli di viaggio.