Si chiama Heritage on the Edge la piattaforma lanciata da Google Arts&Culture a fine gennaio 2020: uno strumento nato non solo per viaggiare virtualmente, ma soprattutto per monitorare le condizioni di cinque siti UNESCO, particolarmente minacciati dai danni causati dal cambiamento climatico. 

I siti oggi presenti sono Rapa Nui (Isola di Pasqua) e le rovine di Kilwa Kisiwani (Tanzania), entrambi minacciati dall’avanzamento dei mari, la città vecchia di Edimburgo (Scozia), colpita dalle sempre più frequenti piogge, l’antica città di Chan Chan (Peru) a rischio siccità, e la Moschea Città di Bagerhat (Bangladesh), alle prese con l’aumento di salinità delle acque. 

Heritage on the Edge: nascita e scopo del progetto

Bagerhat, Bangladesh

Da anni Google Arts&Culture lavora per mettere a portata di clic storie, immagini e musei di tutto il mondo; ma il progetto Heritage on the Edge vuole soprattutto contribuire a preservare il nostro patrimonio culturale, spesso bersaglio di catastrofi naturali causate dal cambiamento climatico. La sua realizzazione ha richiesto un grande lavoro, frutto della collaborazione tra il team di Google Arts&Culture e ICMOS (International Council on Monuments and Sites), archeologi, architetti, storici di ogni paese e CyArk, organizzazione no-profit che si occupa dell’archiviazione digitale in 3D di tesori culturali a rischio. 

Oggi su Heritage on the Edge potete esplorare in street view i siti culturali, accedere a 50 esposizioni su climate change, visionare modelli 3D dettagliatissimi e modelli di realtà aumentata. Il sito raccoglie anche riflessioni di ricercatori e notizie sulle battaglie che ogni giorno gli esperti locali combattono per preservare il patrimonio. L’accesso a Heritage on the Edge è gratuito e i dati sono liberamente scaricabili, a disposizione di studiosi ed esperti di tutto il mondo.  

Un affascinante e alternativo modo di viaggiare, senza spostarsi, tra le meraviglie del nostro pianeta, tenendo sempre a mente che preservare e proteggere il passato è essenziale per il nostro futuro”.

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